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Il sindaco Galimberti contesta i dati quotidiani di contagiati: ma allora a chi credere?

VARESE, 11 novembre 2020- di GIANNI BERALDO-
Non creare falsi allarmismi o terrorizzare inutilmente le persone.
Questo in sintesi quanto ha dichiarato ieri il sindaco di Varese Davide Galimberti sulla pagina FB.
Messaggio prevalentemente diretto ai media dopo che gran parte degli stessi  (come il nostro giornale)  ha riportato le cifre quotidiane di persone contagiate in provincia, secondo dati ufficiali forniti dalla Ats alla Regione con numeri importanti (oltre 3000).
Galimberti dice che potrebbero essere la somma di analisi tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni, questo anche a fronte delle discrepanza numerica rispetto solo al giorno prima.
Sará cosí? E se cosí fosse allora che dati dovremmo prendere in considerazione?
Qui riportiamo la prima parte del messaggio postato dal sindaco:
”Tremila tamponi positivi nella nostra provincia in un solo giorno. Numeri che pare si riferiscano ad analisi sui tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni. Come al solito i dati non sono chiari e precisi e questo continua ad essere un enorme problema. Ieri poco più di 150 e oggi questo dato. Una spiegazione può essere la situazione degli arretrati dei laboratori, ma questo va detto chiaramente e spiegato, non possiamo continuare a lanciare numeri senza contestualizzarli, rischiano solo di generare ancora più paura.
Detto questo rimane il gigantesco problema che si sta verificando negli ospedali della provincia con carenza di personale e senza la possibilità di attivare nuovi posti letto e con un virus che continua a circolare. Ogni giorno ricevo telefonate e sms di personale sanitario allo stremo che sta facendo l’impossibile a cui va il massimo sostegno e ringraziamento ma purtroppo sono state fatte scelte scellerate in ambito sanitario e che oggi paghiamo in piena pandemia. Abbiamo anche in provincia ospedali dismessi e spazi che da tempo potevamo occupare con pazienti #Covid19 così da alleggerire gli ospedali ma non abbiamo il personale”.
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