Il Lago Maggiore celebra Dario Fo e Franca Rame con la seconda edizione del Festival dei Mezaràt

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LEGGIUNO, 9 maggio 2025-Un vento di teatro irriverente e profondamente umano soffia sul Lago Maggiore con la seconda edizione del Festival dei Mezaràt, un sentito omaggio a due giganti del palcoscenico italiano: Dario Fo e Franca Rame. Il titolo stesso della manifestazione affonda le radici nel cuore del territorio, richiamando il “Paese dei Mezaràt”, l’appellativo affettuoso con cui Fo definiva Porto Valtravaglia, sottolineando il legame indissolubile tra l’opera dei due artisti e le loro radici locali, in particolare tra Luino e Sangiano.

Il cuore pulsante di questa edizione è la riproposizione di un testo emblematico di Dario Fo: “Johan Padan a la descoverta delle Americhe”, magistralmente interpretato da Mario Pirovano, storico collaboratore del premio Nobel. Come spiega Pirovano, lo spettacolo offre una prospettiva inedita e controcorrente sulla scoperta del Nuovo Mondo, spostando il focus dai conquistatori agli ultimi, ai “nullagonisti” provenienti da ogni angolo d’Europa che si trovarono, loro malgrado, a far parte del popolo dei conquistati. Scritto nel 1992, in occasione del cinquecentenario dell’impresa di Colombo, il testo attinge a cronache dirette e poco note, da Guerrero a Nunez Cabeza de Vaca, da Altavilla a Hans Staden, restituendo una narrazione irriverente e potentemente umana.

Pirovano ricorda anche un aneddoto significativo che testimonia la vivace ironia di Fo e la sua capacità di navigare anche in acque insidiose. Durante una conferenza stampa a Siviglia per presentare “Mistero Buffo” nel 1991, il responsabile culturale del festival spagnolo propose ingenuamente a Fo di tornare l’anno successivo con “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe”. Ignorava il contenuto della commedia, una satira tagliente proprio contro la regina Isabella, celebrata in quei giorni da una campagna per la sua beatificazione. “Dopo aver accennato alla trama e notato il gelo calato in sala,” racconta Pirovano, “Fo con prontezza virò su una storia più ‘neutra’, ambientata proprio a Siviglia, e tutti tirarono un sospiro di sollievo.”

“Portare in scena i testi di Fo e Rame proprio in uno dei posti che ha visto crescere Dario,” sottolinea Pirovano, “è anche una sfida ed al tempo stesso, un’esperienza gratificante. La loro satira pungente e la loro capacità di rappresentare la realtà con ironia e sarcasmo sono strumenti potenti per coinvolgere il pubblico e stimolarne la riflessione.”

Il protagonista indiscusso di questa narrazione è Johan Padan, un montanaro costretto a fuggire dall’Inquisizione veneta e che, dopo un rocambolesco viaggio, approda in Florida. Qui, catturato dagli Indios, con astuzia e umanità riesce non solo a salvarsi ma a diventare sciamano, “figlio del sole e della luna”, utilizzando le storie dei Vangeli per proteggere i nativi dalla violenza dei conquistadores.

La performance di Pirovano si dispiega come un film dal ritmo serrato, un susseguirsi di uragani, battaglie, naufragi improbabili, cavalli “domati alla bergamasca”, la scoperta dell’amaca, un’esplosione di suoni, colori e personaggi che prendono vita sul palco grazie alla sola forza evocativa della sua parola.

Ma “Johan Padan” non è una storia di sconfitta, bensì un canto epico di un popolo che resiste, di culture che si incontrano e si trasformano reciprocamente. Il racconto è intriso di ironia e leggerezza, senza mai perdere di vista la forza e la verità della Storia.

Il Festival dei Mezaràt, ideato e curato con passione da Serena Nardi, non si limita a Luino e Sangiano, ma coinvolge attivamente anche i Comuni di Leggiuno e la Provincia di Varese, testimoniando la volontà di celebrare l’eredità di Dario Fo e Franca Rame in tutto il territorio che ha profondamente influenzato la loro arte. Un appuntamento imperdibile per riscoprire la genialità di due maestri del teatro e la loro capacità di illuminare la realtà con uno sguardo critico e profondamente umano.