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Flash Mob (con polemiche) all’ospedale di Circolo contro violenza di genere

VARESE, 10 ottobre 2019-di GIANNI BERALDO-

Un impatto emotivo molto forte. Che deve fare riflettere.

Queste le immediate sensazioni nel vedere il riuscito flash mob organizzato questa mattina nella hall dell’Ospedale di Circolo di Varese, per diffondere il messaggio contro la violenza di genere.

Più che un flash mob è stata una mini rappresentazione teatrale (mezzora circa la durata), che vedeva protagoniste operatrici del gruppo di teatro del Centro Psico Sociale di Laveno (centro diretto dal dottor Isidoro Cioffi oggi presente), alcune attrici della Compagnia Duse di Besozzo. Il tutto coordinato da Silvia Sartorio.

Il bianco della purezza e il rosso del sangue, della violenza, questi i colori predominanti delle partecipanti a questa iniziativa.

Ognuna delle quali con una parte recitante molto suggestiva, con frasi che vanno a colpire dentro l’anima di ognuno di noi andando a comporre quella coscienza collettiva che, su certi temi, troppo spesso latita soprattutto nella società attuale.

Iniziativa organizzata dal centro antiviolenza “Amico Fragile” presente all’interno dell’ospedale di Circolo.

Flash mob al quale hanno collaborato anche altre associazioni dedite al supporto volontario di donne vittime di violenza, come Eos, Dico Donna, Icore e Donna Sicura. Per l’amministrazione comunale presente l’assessora Rossella Di Maggio, sempre molto sensibile e attiva su certe tematiche.

Centro antiviolenza che nel giro di qualche anno dalla sua apertura è divenuto punto di riferimento importante, per tutte quelle donne vittime di violenza che trovino il coraggio di denunciare il proprio aguzzino ( sia marito, convivente, parente o fidanzato poco importa), trovando l’assistenza necessaria e altamente professionale per queste tremende situazioni, che devastano non solo il corpo ma soprattutto a livello psicologico.

Centro per il quale collaborano diversi professionisti come psicologici, medici, avvocati e operatrici, tutte  preparate per questo tipo di accoglienza con primo delicato approccio nei confronti della vittima.

Insomma un appuntamento di taglio sociale sicuramente riuscito ma venato da alcune critiche esternate proprio durante la rappresentazione, da parte dalla signora Elisabetta Faravelli, 54 enne varesina madre di 4 figli che da qualche anno attende si compi giustizia in merito alla sua complicata situazione familiare (oggi pomeriggio prima udienza in tribunale).

La signora Eliisabetta Faravelli

Lei infatti è tristemente parte delle vittime di violenza domestica con ripercussioni psicologiche anche sui figli.

Ora la signora Faravelli è davvero giunta al limite della sopportazione, non sentendosi tutelata e protetta nè dalle istituzioni, così come da quelle associazioni che avevano preso in carico la vicenda <<Ma cosa fanno queste associazioni per noi vittime di violenza? Nulla, ricevono parecchi quattrini da vari finanziatori che credono nella loro valenza sociale, ma poi come vengono impiegati tutti questi soldi? Negli sperperi e non certamente per l’assistenza>>.

Parole forti dettate probabilmente da un comprensibile stato di frustrazione, mettendo in luce un quadro che certamente non è quello paventato dalla signora ma che fa riflettere quantomeno sullo stato psicologico in cui si trovano queste vittime che hanno bisogno nel maggior supporto possibile e prolungato nel tempo. <<dopo il primo approccio con il centro antiviolenza di Varese denunciando la mia situazione, poi mi sono sentita abbandonata dalle stesse persone che avrebbero avuto il compito di aiutarmi. Io non credo più in queste associazioni  e nella loro fantomatica valenza sociale. Infatti ho dovuto lottare da sola>>.

Le rappresentanti del Centro Antiviolenza ovviamente respingono ogni accusa di questo tipo, ribadendo invece quante donne siano state assistite e continuano a esserlo con tutti gli strumenti professionali a disposizione <<nessuna donna viene lasciata sola ad affrontare situazioni così drammatiche. Il nostro  supporto è continuo a partire dagli aspetti legali mettendo a disposizione un nostro avvocato che predispone gli atti da depositare per la denuncia. Come nel caso della signora>>.

direttore@varese7press.it

 

 

 

 

 

 

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