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Riflessioni: ”A Saronno si é praticato l’esproprio della trasparenza”

SARONNO, 29 novembre 2019-Non ho sottoscritto l’esposto alla Corte dei Conti firmato dalle altre forze di opposizione – quello riguardante la super-valutazione dei terreni acquisiti per l’area feste – non per il suo contenuto, ma semplicemente perché preferisco mantenere le diatribe relative all’operato di questa amministrazione in ambito strettamente politico, evitando il ricorso alla Magistratura, sia quella amministrativa che quella contabile.

Ciò premesso, vediamo di discernere che cosa nella questione sia certo, cosa sub iudice. È certa l’acquisizione dei terreni mediante procedura di esproprio e non di compravendita.

E qui siamo alle solite: è inutile blaterare di trasparenza in commissione e sul sito ufficiale – nonché sulla “piccola Pravda” cittadina Saronnosette – quando poi, nei fatti, questo principio-valore è completamente disatteso, tanto che le notizie arrivano ex post e a frammenti, se non addirittura in seguito a scoperte casuali. Sta di fatto che nelle discussioni circa l’area feste in Consiglio non era mai emerso che i terreni fossero oggetto di esproprio, ed era così mancato un importante elemento di valutazione. Ed è questo – lo si deve dire – un abituale, anzi direi consustanziale stile di comportamento dell’amministrazione saronnese. Uno stile i cui abituali step sono i seguenti: a) momento decisionale nelle segrete stanze b) impacchettamento della decisione in una spessa cortina di silenzio c) il lasciar filtrare qualche notizia frammentaria e parziale d) vedere le reazioni che essa produce nella cittadinanza e) in caso di reazioni negative, “blindare” la decisione re-immergendola nel silenzio e cercare di portarla avanti così com’era o con qualche leggero maquillage (vedi caso via Roma).

E ora veniamo a ciò che è sub iudice. Se è vero che i terreni sono stati acquistati a un prezzo molto più alto di quello che il mercato e la legge stabiliscono, di ciò si possono ipotizzare le motivazioni più varie, nessuna delle quali particolarmente nobile. Non percorrerò questa strada, limitandomi a due considerazioni collaterali. In primo luogo, se così fosse, l’Amministrazione dimostrerebbe una cura ben scarsa delle risorse dei cittadini saronnesi, i quali pagano le tasse comunali non certo perché si elargiscano graziosi doni. Inoltre si porrebbe (uso sempre il condizionale, in attesa che la Corte si pronunci) un serio problema di equità. Faccio un esempio: un nostro concittadino, colui che in alcuni comunicati ho chiamato signor M, è stato buttato fuori dall’alloggio ad affitto sociale che gli era stato assegnato, e costretto a trasferirsi in Tunisia, dalla quale non ha mai dato notizie di sé. Il signor M, già assistito dai servizi sociali, pagava il canone solo in piccola parte, è vero. Ma con lui il Comune non è stato generoso, pur essendo questione di somme modeste. Perché dunque ha, anzi avrebbe, dimostrato tale generosità con altri?

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale eletto a Saronno

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