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L’Ospedale di Circolo di Varese ai tempi del coronavirus: tra grande professionalità del personale, cup vuoti e solo visite ambulatoriali particolari

VARESE, 10 marzo 2020-di GIANNI BERALDO-

In una situazione di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, l’ultimo luogo dove vorremmo recarci è l’ospedale se non, ovviamente, per casi ineludibili.

E infatti basta recarsi in uno di questi per constatare il nettissimo calo di persone che non siano del comparto sanitario.

Situazione determinata da diversi fattori, come il recente decreto del Consiglio dei Ministri che vieta spostamenti se non giustificati.

Oltre a un decreto precedente che in molti casi vieta addirittura le visite ai parenti ricoverati o comunque si attua una selezione numerica rigidissima come da protocollo. per evitare eventuali rischi contagi.

Tutto questo è ben manifesto pure all’ospedale di Circolo a Varese, dove molti operatori sanitari sono impegnati strenuamente da molti giorni nell’assistenza e cura (e dobbiamo pure stoicamente aldilà della dimostrata elevata professionalità) a pazienti contagiati dal maledetto Covid-19, molti dei quali provenienti da altre province lombarde.

Il grande nosocomio cittadino in una situazione “normale” risulta una sorta di promiscuo formicaio, chiaramente in aree ospedaliere dove questo può palesarsi. Come nella hall dove sono collocati sportelli dedicati ad accettazione ricoveri e altre pratiche e dove si trova anche il bar, solitamente assai bazzicato in ogni momento della giornata, ora con tavolini spesso vuoti.

Bar che logicamente ha adottato le indicazioni comportamentali e sanitarie come da decreto, con limitazioni e distanze a cui devono attenersi i clienti.

Ora tutto è come fosse cristalizzato, un frame che riflette grandi spazi vuoti occupati chiaramente solo dal via vai del personale sanitario (o tecnico) bardati con mascherine protettive e altri accessori ausiliari come giusto sia.

Altre aree topiche dell’ospedale di Circolo riservate al pubblico sono i vari Cup, anch’essi oggi desolatamente vuoti considerato che le visite prenotabili sono ristrette ad alcune patologie o casi particolari.

Visite appunto.

Alcuni e specifici ambulatori funzionano solo per quei pazienti che non possono rimandare le terapie quotidiane come spiegato in un recente articolo.

Insomma anche la consuetudine e routine quotidiana di un grande ospedale qual’è quello di Circolo di Varese (se vogliamo comparabile a una sorta di cittadella indipendente) ai tempi del coronavirus vive in simbiosi con la collettività.

Paure comprese.

direttore@varese7press.it

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