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Progetto Re-Start per contrastare la povertá educativa tra adolescenti: Malnate tra i Comuni capofila

MALNATE, 1 novembre 2020-Re-Start è un progetto rivolto ai preadolescenti e agli adolescenti dei comuni di Varese e Malnate e del polo di Bodio Lomnago, comprendente anche Cazzago Brabbia, Inarzo e Galliate Lombardo. In particolare, a Varese saranno coinvolti almeno tre quartieri cittadini, Bustecche, San Fermo e Bizzozero.

Selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è stato avviato a ottobre 2020 per tre anni, Re-Start ha l’obiettivo di contrastare la povertà educativa tra gli adolescenti, diminuendo la dispersione e l’abbandono scolastico, valorizzando il protagonismo dei minori, il ruolo centrale delle famiglie e la partecipazione attiva di tutta la comunità: “Intendiamo promuovere, in provincia di Varese, una rete fatta di relazioni, competenze e buone pratiche – spiegano Andrea Maldera e Alan Perini, responsabili di progetto rispettivamente per la cooperativa sociale Naturart il primo e per la cooperativa sociale La Miniera di Giove il secondo – attiveremo nuovi servizi ed utilizzeremo l’innovativo approccio di scuola diffusa, che rimette al centro del processo gli apprendimenti informali e i talenti personali”.

Cinque le azioni progettuali. Saranno attuate con un lavoro di rete che punta ad incidere sul sistema di welfare locale, coinvolgendo in partenariato il terzo settore, la scuola e le istituzioni, tra cui i comuni di Varese e di Malnate, l’Università degli Studi dell’Insubria e l’Università Cattolica del Sacro Cuore:

  1. educativa di strada o territoriale: “Incontreremo – continua Maldera – gli adolescenti nei loro luoghi di ritrovo, offrendo loro ascolto e possibilità di relazione. Andremo nelle strade, nei cortili, nei parchi pubblici, sui bus e ovunque ci sia spazio per creare relazioni significative fra educatori professionisti e ragazze e ragazzi, le loro famiglie, gli adulti di riferimento e la comunità”.
  2. scuola informale diffusa, ovvero una serie di laboratori, legati all’arte o allo sport, che aiuteranno a far emergere le competenze trasversali dei giovani e a rimettere in moto il loro percorso formativo a 360°.
  3. percorsi di ripartenza”, quali tirocini, percorsi di volontariato, servizio civile europeo e inserimenti lavorativi: “Attività – aggiunge Perini – indirizzate agli adolescenti che hanno avuto qualche intoppo nel percorso scolastico o nell’inserimento lavorativo”.
  4. sostegno alle famiglie: spazi di ascolto, presa in carico e orientamento per le famiglie in difficoltà con adolescenti fragili.
  5. sviluppo di comunità: la voce degli adolescenti giungerà alle orecchie degli adulti nei tavoli di comunità, dedicati all’ascolto dei territori e quali spazi di dialogo e di promozione del protagonismo diffuso.

Tutte le attività realizzate saranno gratuite e in linea con i protocolli anti-Covid

Irene Bellifemmine, sindaco di Malnate

previsti.

Re-Start coinvolgerà oltre 5000 minori tra i 13 e i 20 anni: in particolare, giovani in situazione di vulnerabilità educativa, sociale, scolastica e culturale. Nel rapporto con le scuole verrà data specifica attenzione ai minori con BES. Oltre 500 le famiglie coinvolte, tra cui nuclei monogenitoriali e con genitori disoccupati (circa 50 nuclei), con bambini segnalati o presi in carico dai servizi sociali (circa 180), con una delle due figure genitoriali in carcere (40 situazioni) e con dipendenze (circa 100 nuclei).

Beneficiaria indiretta di Re-Start sarà inoltre la comunità: gli interventi avranno la finalità di migliorare il benessere percepito dalla rete, rinforzare le sinergie anche fra enti non partner, diminuire le situazioni di disagio più profondo dei ragazzi.

A Varese e provincia gli indici di dispersione e abbandono degli studi da parte dei giovani (15-24 anni non inseriti in studio/formazione) si attestano sul 13,6% per Varese e sul 14,4% per Malnate (fonte Openpolis, ultimo censimento utile). La media provinciale è del 13,4%, già più alta di quella regionale (12%). Gli elementi di attenzione esistono e, in generale, la dimensione preventiva appare carente: “Per la prima volta dopo diversi anni – dichiara l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese Roberto Molinari – giochiamo una partita diversa, quella della prevenzione. Re-Start è importante perché è sul nostro territorio e può contare su una rete articolata di vari attori del Terzo Settore, scuole e istituzioni: il nostro obiettivo è intercettare chi non rientra nelle statistiche, andando con le azioni di progetto a prevenire, a capire di cosa hanno bisogno i nostri giovani più fragili e cosa possiamo fare noi perché non si sentano né soli né ai margini della nostra comunità”.

 “Re-Start è un progetto ambizioso – dichiara Maria Irene Bellifemmine, sindaco di Malnate – che vede la partecipazione di territori contigui: il nostro comune è ormai terreno fertile, sono anni che ragioniamo con le agenzie educative, nei vari tavoli di riferimento, per centrare gli aspetti di educazione rivolta ai giovani. Penso che questo progetto contribuirà a valorizzare le potenzialità dei giovani, ponendo maggiore attenzione su coloro che, per vari motivi, hanno perso di vista l’importanza di avere un’ottica prospettica sul futuro. Dobbiamo puntare a far emergere le capacità nascoste che ogni giovane coinvolto possiede ma non riesce a riconoscere”.

“I giovani di oggi hanno bisogno di essere accolti – dichiara il formatore e pedagogista Davide Fant, che cura la formazione degli operatori del progetto – di sentirsi dire che vanno bene così. Solo dall’accogliere, in un mondo che invece ci dice costantemente dove sbagliamo e cosa ci manca, è possibile crescere ed evolvere. Hanno inoltre bisogno di incontrarsi e di stare insieme, di costruire gruppi e di avere alleati in un mondo di continuo cambiamento. Necessitano di trovare senso e direzioni, in cui il confronto tra generazioni diverse è importante. Hanno bisogno di fare esperienze, di visitare e vivere luoghi diversi dal quotidiano, di fare e vedere arte, di incontrare persone che abbiano fatto scelte di senso differenti, magari alternative, per continuare a farsi domande e a interrogarsi. Inoltre, è importante che si mettano a servizio della comunità, sentendosi coinvolti”.

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