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Oltre ventimila firme raccolte per miglioramento RSA lombarde

VARESE, 14 giugno 2021- I sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Lombardia hanno consegnato in data odierna a Regione Lombardia le prime firme per chiedere azioni concrete per il miglioramento delle RSA.

All’appello hanno risposto ben 23.567 lombardi. Le firme sono state consegnate oggi da Valerio Zanolla e Federica Trapletti (Spi Cgil), Serena Bontempelli (Uilp) e Emilio Didonè (Fnp Cisl) alla presenza di Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Carlo Borghetti, Vice-Presidente del Consiglio Regionale, Francesca Attilia Brianza, Vice-Presidente del Consiglio Regionale.

Da sempre i sindacati dei pensionati sono unitariamente impegnati sui temi che riguardano gli anziani e le loro esigenze. In particolare, sul tema della non autosufficienza e della solitudine, che stanno assumendo carattere di priorità e urgenza, in considerazione dell’invecchiamento della popolazione, della maggiore longevità (peraltro spesso legata a situazioni di multi-morbilità e cronicità) e ai dati Istat che vedono innalzarsi, in Italia e nella nostra Regione la percentuale di anziani che vivono soli.

Negli ultimi due anni i sindacati dei pensionati si sono molto concentrati sul sistema della residenzialità, che in Lombardia vede la presenza di oltre 700 strutture con circa 65 mila ospiti. Per questo motivo è fondamentale ripensare il sistema Rsa nell’ottica dei mutati bisogni sanitari, sociali e assistenziali della popolazione più anziana.

La consegna delle firme ha come obiettivo primario la volontà di far diventare le RSA luoghi dove vivere serenamente e dignitosamente la vecchiaia, sollecitando l’intervento programmatorio della Regione con provvedimenti normativi più adeguati al nuovo contesto Rsa, profondamente cambiato negli ultimi anni, oltre che rimarcare ancora una volta la richiesta all’Assessorato Welfare di Regione Lombardia di avviare un tavolo di confronto per affrontare i tanti temi che sono alla base del benessere degli anziani della nostra Regione e che, per quanto riguarda le RSA, non sono stati ancora risolti, come la riapertura alle visite per ristabilire relazioni familiari indispensabili.

“Il tema della Rsa è emerso in maniera particolarmente seria durante la fase critica della pandemia, ma certe criticità erano già ben presenti – afferma Valerio Zanolla, Segretario Generale Spi CGIL Lombardia – Non possiamo più permetterci di rimandare, ma dobbiamo trovare al più presto delle soluzioni. Per questo motivo, a sostegno delle nostre proposte, abbiamo avviato la raccolta firme. Lo straordinario numero di partecipanti dimostra quanto sia sentito il tema tra la popolazione. È fondamentale che le Rsa siano inserite nella riforma della Legge 23 ed essere parte integrante del sistema socio-sanitario lombardo. Chiediamo a Regione Lombardia di aprire un tavolo di confronto per discutere di livelli di assistenza dirette a carico delle famiglie e di nuove forme di residenzialità leggera e aperta. Noi stiamo facendo il massimo, ma ora la Regione deve fare la sua parte”

“Siamo molto fieri del risultato ottenuto finora dalla raccolta firme proposta dal sindacato dei pensionati unitario, per una ineludibile riorganizzazione delle Case di riposo – dichiara Serena Bontempelli, Segretario Generale Uilp Lombardia – Ci auguriamo che anche regione Lombardia prenda sul serio le nostre richieste: l’occasione della riforma della legge sanitaria regionale è una opportunità irrinunciabile, che il sindacato si augura venga colta, instaurando fin da subito un confronto utile e costruttivo con l’assessorato all’welfare, auspicando la stessa attenzione che l’ufficio di Presidenza oggi ci ha voluto riservare”

“Non si può continuare a rinviare il tema dell’invecchiamento della società. Siamo il terzo paese più vecchio al mondo – rimarca Emilio Didonè, Segretario Generale Fnp Cisl Lombardia – La politica, con la P maiuscola, ha il dovere, la responsabilità, l’autorevolezza di affrontare i temi della cronicità, solitudine, disabilità, non autosufficienza degli anziani. Non si può continuare a scaricare tutto sulle famiglie, su figli unici che avranno lavori sempre più poveri e precari. Dai convegni, annunci e dichiarazioni di intenti occorre passare ai fatti concreti”.

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