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Parlare di scienza a teatro si puó fare. Successo per lo spettacolo Feeling Science al Santuccio di Varese

VARESE, 22 ottobre 2022-Teatro Santuccio esaurito da giorni per il secondo appuntamento di “Parola di Donna 2022”: Feeling Science – Un’esperimento teatrale con il JRC di Ispra, originalissma esperienza di laboratorio tra arte e scienza, progettato e interpretato dalle stesse scienziate che lavorano nel Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, con drammaturgia elaborata da Angela Demattè e regia di Simona Gonella e Andrea Chiodi.
Uno spettacolo anomalo, andato in scena ieri sera, ripercorrendo l’esperienza umana e professionale di 8 scienziate di vari paesi europei – dalla Grecia al Belgio, dalla Germania all’Ungheria e all’Italia – che si sono ritrovate a lavorare nel “labirinto” del JRC di Ispra, una città a sè, in settori ed edifici diversi ma condividendo la passione intensa per la ricerca, l’interesse inesausto per il significato dell’esistenza e l’apertura senza confini all’universo mondo, natura e società insieme.
Scena essenziale coi tavoli da computer, contrassegnati da aste di luce e focalizzati dagli spot, da cui le scienziate-attrici parlavano e si muovevano ora singolarmente ora insieme, all’inizio in gruppo a osservare il pubblico per provocarlo ad immedesimarsi nel processo scientifico, che dall’osservazione parte per l’esperimento progettato nell’ambito d’una teoria da verificare, e quella stessa teoria riaggiusta in un percorso d’innovazione senza fine.
Poi ai tavoli gli spot si accendevano a turno sui racconti dell’arrivo al JRC e le autobiografie di una dopo l’altra, novelle Arianna a stendere il filo della scienza per orientarsi nel dedalo del mondo, a liberarlo dalla mostruosità dell’ignoranza che il mito del Minotauro – suggestivamente evocato – rappresenta. E incarna anche il mostro del potere, che coarta la libertà della ricerca e frena l’innovazione, blocca il progresso conoscitivo così come l’autorealizzazione delle scienziate, la cui piena soddisfazione è nel poter far bene fino in fondo ciò per cui tenacemente si lavora.
Senza cupa seriosità, purtuttavia, ma con gioia e grazia e leggerezza femminile, come nella danza collettiva che punteggia lo spettacolo. Fare scienza è bellissimo, ed il piacere del lavoro di ricerca crea il legame essenziale tra scienza ed arte, la dimensione estetica della pratica scientifica: il “sentire la scienza”, Feeling Science appunto.
Che si combina con la dimensione sociale: non solo per il senso di utilità collettiva di ciò che si produce, ma innanzitutto per il piacere relazionale nel suo farsi, perchè solo dalla collaborazione spontanea tra le persone di scienza possono emergere le scoperte e le innovazioni continue, senza l’asfissia di gerarchie dominanti ma grazie all’adattamento reciproco dei “sistemi complessi” che i gruppi scientifici costituiscono, come uno stormo che vola insieme verso l’orizzonte e come la marcia comune in ogni direzione che le scienziate-attrici giocano a metà spettacolo.
Un legame tra sfida scientifica e sfida esistenziale che forse solo scienziate donne hanno, ancora oggi, la sensibilità per stringere, miscelando coraggiosamente i linguaggi artistico e scientifico: erano in scena Alba Bernini, Isabella Cerutti, Sandra Coecke, Rosanna Di Gioia, Matina Halkia, Agnes Hegedus, Naouma Kurti, Nicole Ostlaender. Ma decisivo è stato il sostegno dello scienziato Adriaan Eeckels, che ha creato il progetto “JRC SciArt” nel cui alveo s’è sviluppato l’esperimento teatrale: un uomo dalla sapienza rinascimentale, a testimoniare che la condivisione maschile è possibile. Come nel pubblico misto sia per generi che per età, che ha salutato la conclusione con lunghi convinti applausi scroscianti.
Occasione per vedere/rivedere lo spettacolo sarà la replica al LAC di Lugano, P.zza Bernardino Luini, 6 giovedì 1 dicembre alle ore 20:30
Mentre per “Parola di Donna” il tema scientifico al femminile continua col prossimo spettacolo della rassegna: mercoledì 26 ottobre alle 20.30, di nuovo presso il Salone Estense, con Laura Curino che interpreterà l’astrofisica Margherita Hack in “Una stella infinita”.

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