Intervista a Marco Reguzzoni (I Repubblicani): ”Non mi interessa far parte di un partito ma lavorare su temi concreti”

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Marco Reguzzoni ha scelto Forza Italia

VARESE, 1 dicembre 2023-di GIANNI BERALDO-

Il richiamo della politica é quasi una sorta di atto dovuto per Marco Reguzzoni, imprenditore bustocco e presidente (nonché fondatore) di Volandia, museo del Volo a Malpensa inaugurato nel 2010, ora conosciuto in tutto il mondo. Per farlo l’ex parlamentare leghista, dopo alcuni anni di ‘latitanza’ politica, ha deciso di riprendere in mano le fila del discorso diventando presidente, dell’Associazione ‘I Repubblicani’, progetto politico da lui fondato nel 2015 insieme a Nunzia De Girolamo.

Associazione che dallo scorso mese di settembre si é posta alcuni obiettivi importanti per ridare valore alla politica e i suoi interpreti. Tra i primi progetti quello di attivare una Scuola Quadri, una scuola politica a formare i futuri politici, i nuovi amministratori siano essi di taglio locale, regionale o possibili parlamentari. Associazione e progetto presentato giovedí 31 novembre alla Fondazione Stelline di Milano, al cospetto di relatori e  platea con nomi importanti della politica nazionale.

Per saperne di più l’abbiamo intervistato

Senta Reguzzoni direi che la serata di presentazione della “Scuola Quadri” è andata molto bene. Quindi oggi,forse più che in passato, vi è bisogno di formare le persone a livello politico. E’ così?

La debolezza della politica oggi deriva da tanti fattori. Sicuramente da partiti spesso uni personali ma anche da una preparazione di una classe sia dirigente che politica non sempre adeguata, noi vogliamo dare il nostro piccolo e modesto contributo con i nostri mezzi, perché vi possano essere degli amministratori più preparati e consapevoli del ruolo che gli elettori poi li delegano.

In tal senso mi pare che lei abbia già coinvolti parecchi personaggi importanti come Giuseppe Bonomi, Carlo Lucchina o Andrea Mascetti ad esempio.

Certamente. Tutta gente con grande esperienza che potrebbero insegnare parecchio. Poi vi sono nomi magari meno altisonanti ma con notevole competenze. Per esempio, per capire come funziona un piano di recupero urbanistico è utile parlare con chi ha maturato competenze in un ufficio tecnico. Sono tutti fatti magari noiosi e banali, ma se uno non impara non potrà poi fare l’assessore oppure il consigliere regionale o parlamentare, perché non sapresti proprio come muoverti.

Questo dovrebbe essere il modo corretto di fare e interpretare la politica.

E’ così. Noi appunto vedendo che vi è questo tipo di carenza abbiamo deciso di dare il nostro contributo, organizzando questi corsi, questo webinair online, gratuiti e accessibili a tutti ma con un numero massimo di iscrizioni così che il docente abbia modo di seguire e dialogare in maniera corretta con gli studenti.

Lucchina, Reguzzoni, Bonomi

Perché ha deciso dopo diversi anni di accettare questo incarico come presidente dell’Associazione ‘I Repubblicani’?, fondata insieme a Nunzia De Girolamo?

Però indirizzato da Silvio Berlusconi. Il progetto nasce da quelle indicazioni con il nome che richiama i Repubblicani statunitensi. Berlusconi in quell’intervento dice che bisogna favorire la nascita di un unico movimento popolare di massa, favorendo l’intesa di tutte le componenti che si richiamano a questi valori come il federalismo, libero mercato, libera concorrenza in una Europa dei Popoli.

Ovviamente movimento tendenzialmente di centro destra immagino.

Guardi destra e sinistra sono categorie un po’ superate. Se vogliamo semplificare allora diciamo che è di centrodestra,  anche se i piú conservatori in questo momento mi pare siano i partiti di sinistra.

Ma cosa l’ha convinto nel tornare a fare politica

Sicuramente anche il fatto di avere completato un corso universitario, facoltà di Scienze Politiche, all’università di Pavia. Ritornando a studiare politica mi è ritornata questa mia grande passione nata fin da giovanissimo. Basti pensare che la prima tessera della Lega l’ho fatta a 16 anni. In questo momento però non serve un impegno all’interno di uno schieramento politico preciso, serve invece lavorare su questi temi concreti. La gente vota ma alla fine non ha le risposte che si attendeva e quindi nasce lo scontento.

Forse il disinteresse nasce proprio dal fatto che la politica non dà risposte, frutto probabilmente dell’incapacità da parte di molti politici.

Non è solo l’incapacità, a volte è proprio tutto il sistema che non ti consente di muoverti. A maggior ragione nel nostro piccolo daremo un contributo perché si migliori.

Lei ha un vissuto importante come leghista dimostrando a volte un certo ostracismo nei confronti di un cambiamento all’interno della Lega. In passato ha formato pure un partito, Il Grande Nord, in contrasto con il nuovo cambio di rotta. Oggi riesce a dialogare e confrontarsi con i rappresentanti politici dell’attuale Lega?

Assolutamente. Non bisogna mai guardare indietro. Quello della Lega è stata un’esperienza importante, riconosciuto anche durante l’incontro a Milano. Ricordo che la

Lega sul tavolo per la prima volta in questo Paese ha posto il tema del federalismo.

Adesso vi sono delle condizioni in continuo mutamento,. Basti pensare che quando è

nata la Lega non c’era l’euro, non c’era il problema degli immigrati, i problemi ambientali e altre situazioni odierne. Il mondo va avanti e bisogna dare delle risposte sempre diverse. Per tutto questo grande merito a Umberto Bossi, fondatore della Lega.

Bossi e vecchia Lega: qualcuno vive ancora di nostalgia come l’ex ministro Castelli ad esempio,  che nei giorni scorsi ha fondato ‘Il Partito Popolare del Nord’ ennesimo partito a ispirazione leghista un po’ d’antan.

In realtà sono tutte persone che dicono cose sensate e su questo penso si possa trovare un’intesa.

Vorrei ricordare che il nostro comunque non è un partito, ma raccogliamo le istanze di tutti ponendoci a disposizione per realizzare qualcosa di concreto. Se poi si va verso il federalismo, libertà di mercato o verso un’Europa dei popoli a noi va bene.

Marco Reguzzoni presidente di Volandia

Quindi esclude che l’associazione I Repubblicani possa diventare un nuovo soggetto politico?

L’obiettivo dell’associazione è proprio il contrario: quello di evitare che nascano partitini e che invece tutti i partiti esistenti confluiscano in un’unica coalizione formando un grande partito popolare di massa com’era la Democrazia Cristiana negli anni Cinquanta. Insomma nessuna possibilità che I Repubblicani presentino un loro simbolino o che si candidano alle elezioni, non è quello che vogliamo fare.

Un grande partito popolare: ma in concreto come potrebbe muoversi per dare delle risposte concrete alla gente?

Innanzitutto con un solo partito invece di averne 5 o 6 partiti. A questo punto è chiaro che quel movimento politico acquisirebbe una dimensione e forza nemmeno paragonabile agli attuali.

Oltre all’attivazione di una scuola politica, quali le prossime iniziative dei I Repubblicani?

Intanto stiamo organizzando degli incontri conoscitivi sul territorio oltre ad altre iniziative che stiamo elaborando in queste settimane. Ad esempio sul tema del federalismo sono stato stimolato dagli spunti emersi dalla platea durante l’incontro alle Stelline di Milano, riflettendo su come questa riforma del Premierato potrebbe coniugarsi con una riforma federale dello Stato.

Che ne pensa dell’autonomia regionale differenziata?

Che va concretizzata perché fino a oggi sono state spese solo parole. Ovviamente spero che si possa attuare.

Chiudiamo l’intervista parlando del museo del volo Volandia dove lei ricopre il ruolo di presidente nonché fondatore: dopo tanti anni si può dire che è una scommessa vinta.

Una bella soddisfazione e grande risultato il cui merito è da attribuire anche a tutti i volontari che ci seguono ogni giorno.

direttore@varese7press.it