Busto Arsizio, dal Comune l’idea di un progetto pilota dedicato all’affido familiare

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BUSTO ARSIZIO, 30 marzo 2024-Il post pandemia sanitaria, l’impoverimento delle relazioni comunitarie, l’amplificazione della povertà educativa e la crisi del sistema famiglia negli ultimi anni hanno portato ad un incremento delle situazioni in carico ai Servizi Sociali e l’aumento conseguente della spesa sociale.

Il Comune di Busto Arsizio, intercettando e accogliendo le istanze del territorio, ha rilevato la necessità di implementare le reti solidali comunitarie tra famiglie e di individuare ulteriori risorse disponibili ad intraprende un percorso di affido familiare a sostegno di minori e famiglie in difficoltà.

Con l’obiettivo di incidere in maniera significativa e con la convinzione e la consapevolezza che per far “crescere e sviluppare varie forme di prossimità, sostegno tra famiglie e affido familiare, è fondamentale che tutta la Comunità riconosca l’educazione ed il pieno sviluppo dei bambini come un interesse, una responsabilità ed una competenza della collettività” (linee guida affidamento familiare, 2023) il Comune intende realizzare un progetto pilota innovativo, dal titolo “AffiDARSI – dall’affido familiare all’affiancamento familiare. Coinvolgere per promuovere”.

A tale scopo, l’Assessorato ai Servizi Sociali, avvalendosi della collaborazione della cooperativa Proges, ha deciso di avviare una progettazione territoriale partecipata finalizzata alla definizione di azioni volte a promuovere l’affido familiare e l’affiancamento familiare.

L’affido familiare è una forma di solidarietà e di intervento che permette ad un minore proveniente da una famiglia in temporanea difficoltà di trovare accoglienza presso una famiglia che, dopo essere stata adeguatamente formata, possa sostenerlo/a nel percorso di crescita e di sviluppo. L’affido può prevedere anche forme di sostegno “leggero”, per poche ore settimanali o per i week end. Nel frattempo, la famiglia d’origine viene supportata e seguita dai Servizi territoriali per sostenerla nel pieno recupero delle capacità genitoriali.

L’affiancamento famiglia con famiglia/vicinanza solidale invece prevede che una famiglia solidale sostenga e aiuti una famiglia in temporanea difficoltà coinvolgendo i soggetti di entrambi i nuclei attraverso un approccio family-centered e asset-based: dove cioè la centralità dell’intervento passa dal bambino all’intero nucleo familiare e le sue risorse poiché il minore stesso rimane, di fatto, presso la propria famiglia di origine. Si tratta  di un intervento spesso preventivo e basato su aiuti di tipo solidale ad impronta comunitaria (ad es vicinato, scuola, genitori di associazioni sportive etc).

Nelle prossime settimane, l’assessore all’Inclusione sociale e Salute Maria Paola Reguzzoni promuoverà una serie di incontri di co-progettazione con tutti i soggetti collettivi che nel territorio operano in ambiti vicini ai bambini e alle famiglie: la cultura, lo sport, il tempo libero, il volontariato, gli enti religiosi, l’economia sociale e le scuole.

Il primo si terrà il 10 aprile alle 18.00 presso la sala del Consiglio comunale (palazzo municipale, via Fratelli d’Italia 12).

Attraverso tali momenti, l’Ente pubblico promuoverà forme di condivisione e di scambio tra i vari soggetti, così da co-progettare insieme iniziative che vadano a sensibilizzare il territorio sui temi sopra citati.

Appare perciò fondamentale, oggi più che mai, lavorare sulla prevenzione e su azioni di ben-essere comunitario; ciò sarà possibile solo attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti i soggetti che sono punto di riferimento comunitario per le famiglie e, soprattutto, per i minori.

L’idea di una comunità educante e di un insieme di famiglie “risorsa” attiva una serie di legami e relazioni informali e di “cura” arricchenti sia per chi presta il proprio aiuto e tempo (alimentando la propria sensazione di efficacia e utilità), sia per chi lo riceve.

Al centro ovviamente i bambini e il loro benessere.