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Accordo Comune di Castellanza e Humanitas Mater Domini, lo sdegno dei sindacati: “Non devono esistere situazioni privilegiate”

CASTELLANZA, 11 aprile 2024-Anche quest’anno ci risiamo, apprendiamo dagli organi di stampa che il Comune di Castellanza ha rinnovato la convenzione con Humanitas Mater Domini S.P.A. affinché i cittadini di Castellanza (ovviamente solo loro) abbiano un trattamento privilegiato per le prestazioni ambulatoriali in regime privato.

Ancora una volta si prendono in considerazione le sole prestazioni a pagamento che inevitabilmente riguardano solo chi può permettersele. Ci domandiamo: i cittadini che non possono permettersi di accedere a pagamento, nemmeno grazie allo sconto ricevuto, come possono essere aiutati? Cosa fa l’amministrazione Comunale per loro? Vogliamo ribadire, come sindacato, che la sanità privata debba svolgere un ruolo integrativo e non sostitutivo del servizio pubblico.

Rispetto alle 90 mila visite erogate annualmente, da dichiarazioni Humanitas – Mater Domini, ci chiediamo quante di queste sniao state erogate in regime convenzionato con il S.S.N. e quante in regime privatistico?

Il sindacato confederale, unitamente alle categorie dei pensionati e dei settori pubblici stanno chiedendo – da tempo immemore – a Regione Lombardia di stanziare risorse per la sanità pubblica e potenziare l’erogazione dei servizi per garantire in modo universale il diritto di accesso alle cure. Stiamo combattendo ogni giorno contro le disuguaglianze che penalizzano i più deboli e i più poveri chiedendo al Governo di tornare ad investire sulla sanità (non sui muri o su scatole vuote ma su medici, infermieri, tecnologie etc..) dopo svariati anni di tagli che hanno evidenziato, anche nella ricca Lombardia, tutti i loro limiti emersi proprio nel periodo pandemico.

Dal Comune di Castellanza, dalle Istituzioni, dai Sindaci e dalla Politica ci aspettiamo azioni soprattutto a difesa del sistema sanitario universale e della costruzione della rete territoriale sanitaria e sociosanitaria; azioni quindi che non alimentino ulteriori differenziazioni, tra i cittadini di una regione, di una provincia o di un comune, a seconda delle diverse opportunità locali, che favoriscono di fatto l’accesso a cure e prestazioni sanitarie a pagamento.

Occorre operare – anche istituzionalmente – affinché gli attuali tempi di attesa non costringano i pazienti a rivolgersi alla sanità privata sostenendo di tasca propria i costi di una sanità che invece deve essere garantita a tutti.

L’accordo del Comune di Castellanza rischia di essere l’ennesimo atto che ancora una volta va a favorire la sanità privata, in nome di una proclamata “libera scelta” che, di questo passo, sarà sempre meno libera e più obbligata e crea un ulteriore diseguaglianza tra i cittadini.

 SPI CGIL – FNP CISL – UILP-UIL Varese

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