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Parata a Mosca per il Giorno della Vittoria: nessun presidente dei Paesi Occidentali presente alla cerimonia

MOSCA, 9 maggio 2024-Le celebrazioni per il 9 maggio, anniversario della vittoria in quella che in Russia viene chiamata Grande guerra patriottica, si tengono a Mosca ormai da dieci anni senza la partecipazione occidentale. Dal cambio di regime a Kiev del 2014, a cui è seguita l’annessione della Crimea e l’avvio della prima guerra nel Donbass, la frattura tra Russia da una parte ed Europa e Stati Uniti dall’altra si è progressivamente allargata e la vittoria sul nazifascismo del 1945, sovietica ed alleata, viene festeggiata separatamente. Per la terza volta la ricorrenza cade con la guerra in Ucraina in corso, declinata da Vladimir Putin sulla falsariga di quella del secolo scorso, come una sorta di battaglia esistenziale per Mosca contro il nemico peggiore, questa volta rappresentato dallo schieramento occidentale che sostiene Kiev.

“La Russia farà di tutto per evitare un conflitto mondiale, ma allo stesso tempo non permetteremo di minacciarci. Le nostre forze (nucleari) strategiche sono sempre in allerta”, ha detto Vladimir Putin, che nel Giorno della vittoria in cui la Russia celebra l’anniversario della sconfitta di Hitler – il 79mo – ha seguito sulla Piazza Rossa la tradizionale parata militare e tenuto un breve discorso. Sotto un po’ di nevischio e con una temperatura pochi gradi sopra lo zero, hanno partecipato oltre 9’000 soldati, blindati, lanciamissili e mezzi aerei.

Le commemorazioni sulla Piazza Rossa, seppur contenute rispetto al passato per ragioni che vanno dalla sicurezza interna alla congiuntura internazionale, rimangono un’occasione per il Cremlino per dimostrare da un lato la propria forza militare, dall’altro il fatto che la Russia, pur isolata a occidente, rimane il maggiore “player” nello spazio postsovietico.

In questa ottica è rilevante come a Mosca siano presenti tutti i leader delle cinque repubbliche dell’ex URSS dell’Asia centrale: Qasym-Zhomart Toqaev (Kazakistan), Shavkat Mirziyoev (Uzbekistan), Emomali Rahmon (Tagikistan), Sadyr Japarov (Kirghizistan) e Serdar Berdymukhammedov (Turkmenistan).(fonte RSI.CH)

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