A Varese i parchi pubblici riapriranno (forse). Probabili test sierologici per tutti i varesini

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I parchi pubblici rimarranno ancora chiusi

VARESE, 24 aprile 2020- di GIANNI BERALDO-

I parchi comunali riapriranno dopo la tanto attesa fase 2, con start up previsto per il prossimo 4 maggio. I varesini quindi potranno tornare alle salutari passeggiata tra le verdi meraviglie che ha Varese e aree limitrofe occupano una superficie totale di ben 300mila metri quadrati.

Una decisione che, sia il sindaco Davide Galimberti che il suo vice Daniele Zanzi collegati oggi in diretta via skype con giornalisti rappresentanti la stampa locale, hanno tenuto però a precisare che comunque dipende dalle direttive del Governo e Regione.

Il sindaco Galimberti

<<Capisco la voglia dei varesini di riappropriarsi del verde pubblico, una delle principali caratteristiche della città, ma noi ci comportiamo come sempre abbiamo fatto fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ossia seguendo le indicazioni dei vari decreti senza decisioni autonome. A oggi però non vi sono disposizioni contrarie alla riapertura dei parchi, quindi lunedì 4 maggio i parchi torneranno a essere vissuti come prima pur seguendo e varie restrizioni>>, dice Zanzi dispiaciuto del fatto che questa decisione non si sia applicata prima visto  il comportamento esemplare da parte dei varesini i quali, quando ancora vi si poteva accedere nei primi giorni di emergenza, frequentavano i parchi già mantenendo distanze e senza affollamenti, quindi con tutti gli attuali criteri di sicurezza.

Uno dei tanti avvisi di chiusura esposti da negozi varesini

Quella di oggi è la prima conferenza stampa da inizio emergenza, come rimarca lo stesso sindaco Galimberti sottolineando che tale scelta è stata motivata dalle circostanze eccezionali che hanno richiesto continui tavoli organizzativi permettendo di mettere in atto le prime procedure <<Probabilmente siamo state tra le primissime città della Lombardia a mettere in atto procedure di emergenza subito dopo l’annuncio del primo contagiato coronavirus di Codogno-dice il sindaco- Fin da subito ci siamo prefissati di muoverci in due ambiti parallelamente: quello legato alla gestione dell’emergenza e come rapportarci con i cittadini sia a livello operativo che comunicativo. Il secondo ambito quello di rapportarci costantemente con la Protezione Civile. Grazie alla loro collaborazione e direttive specifiche ogni giorno ci siamo confrontati con i vari problemi. Situazione non facile soprattutto nei primi giorni quando vi erano continue modifiche o aggiunte al decreto oltre alle comunicazioni provenienti dalla Regione>>.

Momenti drammatici che non hanno fermato la macchina amministrativa, con tutti i dipendenti a prodigarsi nell’affrontare l’emergenza nel modo migliore possibile <<A loro un plauso da parte mia per i grandi sacrifici che hanno fatto e stanno ancora facendo>>, aggiunge ancora Galimberti.

Il vice sindaco Daniele Zanzi

Ora la situazione emergenziale  si è calmata rispetto alle prime settimane, infatti i numeri attuali parlano di 120 contagiati e 24 decessi a Varese città <<Fortunatamente tutta la parte pedemontana comprendenti la provincia di Varese, Sondrio e Como, sono state meno colpite dall’emergenza, questo chiaramente ci ha permesso di muoverci in maniera diversa rispetto alle zone rosse>>, dice ancora Galimberti che ne approfitta per rimarcare come questo drammatico evento a carattere sanitario ci induca a pensare al fatto di come in diversi casi sia stata mal gestita la situazione. Come il problema della medicina di prossimità con i ben noti problemi che hanno coinvolto in gran parte la popolazione anziana. Ma non basta, il sindaco infatti accusa ancora una volta la Regione e Governo di avere lasciato sole le amministrazioni comunali ringraziando per il grande lavoro e sforzo collettivo compiuto da tutti gli operatori sanitari>>.

Noi aggiungiamo tutto questo nonostante palesi defezioni organizzative anche da parte di Ats per la quale spende parole lo stesso primo cittadino di Varese <<Come già proposto nelle scorse settimane ma soprattutto ora per la ripartenza siamo disposti a offrire loro una collaborazione di tipo amministrativo-organizzativo così da affrontare insieme aiutandoci questa situazione>>.

C’è tempo per parlare di importanti aspetti sanitari legati alla prevenzione: i tamponi e test sierologici <<Parlando con l’assessore regionale Gallera, ieri ho proposto che anche Varese e provincia possano essere coinvolti nella sperimentazione di test sierologici sulla popolazione, evidenziandogli come da noi sarebbe anche più semplice effettuare tali test proprio in considerazione del fatto che Varese è tra le città lombarde con il minor numero di contagi>>.

Tutto chiuso a Varese: cosa riaprirà?

Ora si pensa alla Fase 2 che il vicesindaco prevede ancora più difficile da gestire rispetto alle prime fasi <<All’inizio paradossalmente era più semplice con le restrizioni che vedevano gran parte dei cittadini chiusi in casa. Ora con qualche riapertura bisognerà fare maggiore attenzione e adottare ancora più controlli mettendo in campo tutte le forze di Polizia locale, con compiti di controlli specifici ai esercizi commerciali, aziende che riapriranno ecc..Questo per verificare se siano state messe in atto tutte le procedure di sicurezza come prevede decreto, Non sarà un lavoro semplice>>.

Ma cosa riaprirà a Varese? E come funzioneranno i trasporti pubblici? Ancora non si hanno risposte certe, sia a livello di esercizi commerciali che di tempistica anche se tutto lascia pensare che comunque vada, le cose saranno ben diverse rispetto a soli due mesi fa, con entrate scaglionate, distanze sociali alle quali attenersi scrupolosamente a tanto altro ancora che condizionerà inevitabilmente la vitta di tutti noi. In futuro chissà.

direttore@varese7press.it