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La critica di Varese 2.0: ”A Varese si cerca di uscire dalla pandemia entrando nella Padelmania”

VARESE, 28 giugno 2021-Non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere e anche tanto.
Per anni, sia chiaro, perché non è uno sport nato ieri, Varese ha colpevolmente rinunciato ad avere campi da padel. Si ricordano, in realtà, le clamorose proteste dei cittadini in piazza, dove al grido di “Più padel per tutti” si intimava all’Amministrazione di provvedere al più presto alla costruzione degli stessi.
Ma finalmente, oggi, tutto sembra prendere la piega tanto agognata. Le lungimiranti scelte dell’Amministrazione porteranno, se tutto andrà come dovrà andare, alla costruzione di ben 8 campi da padel (2 sul tetto del nuovo Palaghiaccio, 3 all’antistadio e 3 a Lissago, nell’area del campo di calcio rionale).
Pazienza poi, se nell’area che, per storia e tradizione, dovrebbe ospitare naturalmente questa realtà, non vi sia traccia di esso (ci riferiamo all’area dell’Azienda di Soggiorno in zona Ippodromo).
Ciò che stupisce innanzitutto, però, è che un’Amministrazione davvero lungimirante,

Daniele Zanzi di Varese 2.0

fiutando il grande business, avrebbe potuto pensare alla realizzazione di campi da padel con una gestione diretta o, comunque, con la possibilità di ottenerne un profitto interessante per le casse comunali. In realtà, sembrerebbe che tutte e tre le soluzioni previste, con situazioni molto diverse e del tutto legittime tra loro sia chiaro, vadano a favore di privati.
Ma il punto importante, in realtà, è ancora una volta l’inesistente capacità di ascolto, e quindi di metodo, di questa Amministrazione (peraltro senza ormai alcuna voce critica al suo interno), che vaglia e definisce le opportunità tra pochi eletti, senza minimamente considerare le conseguenze o le istanze degli altri.
A Lissago c’è stata una legittima alzata di scudi dei residenti che vedono minacciata la pace e l’integrità del loro territorio. Ma l’ascolto è sempre successivo e la risposta è sempre la stessa: è un terreno privato e non siamo in grado di poter fare nulla. Ma un’Amministrazione ha il dovere di esserci, di negoziare, di trovare
soluzioni e compromessi vantaggiosi per tutti. Poi, a dire il vero, ricostruendo il percorso, vedendo gli interlocutori coinvolti, la nebbia si dirada e tutto appare più chiaro.
Al Palaghiaccio si è rinunciato alle profondità adeguate di due piscine (che avrebbero permesso che tante realtà sportive potessero continuare la loro grande missione sociale), ma non si è rinunciato ai campi da padel sul tetto.
All’antistadio si è raggiunto un capolavoro di “cerchiobottismo”, di cui, peraltro, siamo in attesa di conoscere il risultato finale (ogni decisione è stata rimandata per approfondimenti economici sui partecipanti ai progetti). In cambio di una pista da ghiaccio provvisoria dalle dimensioni ancora incerte, cementificheremo un luogo che ha rappresentato e rappresenta, sino a prova contraria, una parte rilevante dello sport varesino.

Poi se lo stadio con relativo velodromo cade a pezzi, questo è irrilevante…
Tutto questo nel silenzio totale di una coalizione che ci racconta di un ascolto costante della cittadinanza, di lunghissimi viaggi nei rioni e nei quartieri, dove, invece, si va solo quando si deve inaugurare e raccogliere facili consensi. Quando c’è da mettersi sommessamente in ascolto e, magari, prendersi pure qualche legittima parola di dissenso, allora meglio restare a casa a guardare gli Europei.
L’opposizione, o quello che è rimasto di essa, ha oggettivamente ben altri problemi che rispettiamo e che speriamo, per loro, vengano davvero risolti rapidamente.
Il Movimento Civico Varese 2.0 c’è, non ha grandi calcoli da fare, perché continua a fare quello che ha sempre fatto: mettersi in ascolto e fare testimonianza attiva.
Forse qualche campo di padel in meno e un po’ più di buon senso, in questa fase così difficile e complessa, aiuterebbero, non credete?
Movimento Civico Varese 2.0

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