L’assistenza sanitaria ai profughi deve essere assicurata a tutti: l’accoglienza degli Ucraini a Varese é un esempio positivo

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Profughi ucraini (Photo by Daniel LEAL / AFP)

VARESE, 10 aprile 2022-di GIANNI BERALDO-

Il conflitto in Ucraina riporta la guerra al centro dell’attenzione di noi europei con tutte le paure e incertezze per il futuro che ogni conflitto rappresenta.

Ci pensavamo immuni da tutto ció nonostante molti dei Paesi dell’unione Europea, insieme agli Stati Uniti, abbiano partecipato anche militarmente (Italia compresa) negli scorsi decenni a diversi altri conflitti in varie parti del mondo. 

Guerre in terre lontane, spesso con poche notizie riportate dai media con il palese disinteresse su quanto stava accadendo di gran partedi tutti noi non coinvolti emotivamente come invece sta accadendo per le terribili vicende ucraine.

Ma ogni guerra determina non solo vittime sul campo con le ovvie  perdite militari, ma soprattutto centinaia, a volte migliaia, di morti di civili vittime di bombardamenti o rappresagglie ( (come sta accadendo in Ucraina ad esempio).

Scenari terribili dai quali la gente cerca di fuggire.

E’sempre accaduto nella storia, non solo recente, quella di vedere milioni di profughi

Civili morti a Bucha vengono portati in obitorio (Photo by Sergei SUPINSKY / AFP)

che scappano da guerre ma pure da carestie, cercando la salvezza in paesi piú sicuri e accoglienti. Esattamente quello che sta accadendo da settimane anche in Italia con i profughi provenienti dall’Ucraina. Molti dei quali donne e bambini.

Quello ucraino é l’esempio di come dovrebbe essere accolto ogni profugo, ogni persona che cerca aiuto e solidarietá indipendentemente dal paese di provenienza. Insomma la guerra é guerra e non guarda in faccia nessuno indipendentemente dal paese dove si svolge il conflitto.

Per questo le differenziazioni a livello di aiuti, soccorso e accoglienza é una pratica odiosa e non consona di Paesi che si definiscono democratici, a differenza di altri che le guerre le causano (poi vi sarebbe da capirne i motivi a livello di scenari politici internazionali e realtivi meccanismi decisionali).

Dogmi relativi all’ accoglienza e assistenza medica che diverse associazioni varesine aderenti a ‘Rete Varese senza Frontiere’ applicano da molti anni, con il medico Filippo Bianchetti, fodatore di Sanitá senza Frontiere, in prima fila.

Associazioni che hanno deciso di pubblicare una sorta di lettera aperta affrontando questi temi, partendo proprio dalla grande solidarietá dimostrata dai varesini nei confronti del popolo ucraino e del loro dramma.

TESTO LETTERA

Varese sta dimostrando in questa tragica occasione, che stavolta riguarda tanti cittadini ucraini, una grande solidarietà e capacità organizzativa nell’ accogliere ed aiutare dei civili che fuggono da una guerra.

Filippo Bianchetti medico e fondatore di sanitá senza Frontiere

Noi volontari dell’ ambulatorio per immigrati Sanità di Frontiera – Varese ne siamo felici e con entusiasmo partecipiamo -e parteciperemo- anche stavolta a questo sforzo umanitario, come è nel nostro DNA e nella nostra storia.

Vogliamo quindi contribuire a questa eccezionale dimostrazione di fraternità, che conferma la possibilità, a Varese, di andare oltre forme di chiusura superate nei fatti, per continuare su questa strada, applicando l’ articolo 3 della Costituzione italiana a tutte le persone che arrivano o sono arrivate qui alla ricerca di aiuto e di possibilità di vita che nelle loro terre sono duramente negate:

“…senza distinzione di sesso, “razza”, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”.

Esprimiamo qui in particolare il desiderio, che supponiamo condiviso da molti, che l’ ambulatorio rapidamente allestito presso l’ ospedale pubblico cittadino per assistere i profughi di guerra ucraini possa rimanere poi per sempre attivo e disponibile per tutte le necessità sanitarie e per tutte le persone che cercano riparo da noi, secondo la legge.

Varese sarà così ancor più orgogliosa di sé stessa.

Aderiscono tutte le associazioni che costituiscono la ‘Rete Varese Senza Frontiere’

redazione@varese7press.it