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Intervista al Presidente Attilio Fontana: “In Lombardia i problemi si superano con i fatti. E l’abbiamo dimostrato”

VARESE, 3 febbraio 2023- di GIANNI BERALDO-

A poco più di una settimana dal voto per le elezioni regionali (urne aperte il 12 e 13 febbraio), abbiamo intervistato il Presidente uscente Attilio Fontana toccando alcuni tra i più importanti temi riguardante la Lombardia, come Sanità, Ambiente e soluzioni per ricavare energie alternative, trasporti ecc…

Una lunga intervista durante la quale Fontana non ha lesinato nel rispondere a tutte le questioni da noi presentate, snocciolando dati ineludibili su alcuni temi portanti del suo mandato che sta per concludersi e che ha visto la Lombardia sempre protagonista in Italia. Ovviamente non poteva mancare una domanda sulla ‘sua’ Varese e rapporto con amministrazione comunale, ma pure un ricordo del compianto Roberto Maroni e della sua grande eredità umana e politica.

INTERVISTA

Autonomia differenziata: ieri il consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl ma il percorso per la sua attuazione definitiva è ancora lungo e tra mille polemiche da parte di altri presidenti di regione oltre che tra le perplessità di Fratelli d’Italia. Ci può spiegare in cosa e come ci guadagnerà la Lombardia una volta attuata?

Guardi l’Autonomia è una cosa della quale non si deve avere paura ma è una vera opportunità per rendere migliore il rapporto con i cittadini. La definirei come un’assunzione di responsabilità perché non c’è nulla di tutti quei problemi o pericoli che ravvisano. Sostanzialmente una serie di attività, di servizi che oggi svolge lo Stato spendendo una certa cifra, domani verranno svolte dalle regioni e lo Stato ci trasferirà la cifra che

Il commissario europeo Gentiloni con Attilio Fontana

spendeva oggi. Quindi non c’è la sottrazione di un euro a nessuno. Come dicevo è un’assunzione di responsabilità: chi rischia è il presidente di regione il quale deve essere capace di fare e spendere meglio dello Stato. Insomma ci rimetterà o guadagnerà mettendo in evidenza le capacità o le incapacità dei singoli amministratori, dei singoli presidenti. L’autonomia è un vantaggio perché ci sono delle cose che se tu le fai sul territorio ottieni probabilmente un risultato migliore.

Un esempio?

Un esempio banale. Quando stava iniziando il problema covid nel mese di gennaio io, Zaia e Fedriga (gli ultimi due rispettivamente presidente di Regione Veneto e Friuli Venezia Giulia, ndr) abbiamo inviato una lettera al Governo chiedendo di fare dei controlli su tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina, ci dissero che eravamo razzisti e di non preoccuparsi in quanto si sarebbero occupati loro di tutto. Ecco, se noi avessimo avuto la possibilità di effettuare quei controlli decidendo autonomamente, probabilmente avremmo scoperto la presenze del covid un mese prima della sua diffusione. Ecco, questo è uno dei tanti esempi. Come la legge sulle derivazioni idroelettriche, una legge che noi abbiamo calibrato e che porta dei vantaggi a tutte le comunità del territorio, che porta più risorse perché abbiamo saputo aumentare i canoni di concessione. Tutte iniziative che dimostrano come noi riusciamo a essere più efficienti.

Tra gli scettici anche il presidente della regione Puglia Michele Emiliano che ieri ha dichiarato che per fare i Lep non basta scriverli ma servono tra i 60 e 70 miliardi di euro da investire al sud. Questa riforma non rischia di penalizzare regioni meno virtuose acuendo il divario tra nord e sud?

Questa è una cosa che mi fa sorridere. Vorrei capire perché i Lep non si chieda che vengano applicati con questa situazione istituzionale, perché con il centralismo non si chiedono i Lep? Se le somme mancano al Sud mancano oggi come non ci sarebbero dopo, mi pare un’affermazione priva di ogni senso. Ma si accorgono solo ora di queste cose?

Il presidente Fontana a Varese

Allora, fin che parliamo di sistema centralistico va bene, ma se passiamo all’autonomia non va più bene? Non lo so, spiegatemelo voi. Poi noi accettiamo tutto ma sappiano che la regione Lombardia è quella in cui il cittadino costa meno in Italia. Il cittadino lombardo per le attività che svolge alla regione costa 3.300 euro l’anno mentre la media nazionale è di 4.700 . Come vedete noi non abbiamo problemi.

Come noto il comparto sanitario è la principale fonte di spesa per ogni regione: parlando di Lombardia focus principale su liste di attesa, ancora troppo lunghe, per le quali pare non si trovino soluzioni. Per questo bisognerebbe dare un’accelerata sulla riforma che riguardi la medicina territoriale con case e ospedali di comunità: a che punto siamo?

Le Case di Comunità le stiamo realizzando, molte le abbiamo già inaugurate, con i fondi che abbiamo ricevuto. Quelle in cui i medici di medicina generale collaborano vi è un ottimo funzionamento le altre effettivamente un po’ meno, noi dovevamo comunque realizzarle per non perdere i soldi del Pnrr. Sulle liste d’attesa partirei da alcuni dati. In regione Lombardia quando si è insediato Bertolaso (attuale assessore regionale al Wellfare, ndr) le persone che avevano una prenotazione oltre i tempi stabiliti dalla legge erano 66.000, da quando Bertolaso ha voluto porre in essere questa iniziativa di efficientamento adottando nuovi slot per certe prestazioni e altre iniziative utili al problema, sono già stati contattati 44mila cittadini lombardi che si sono visti anticipare la loro prestazione fissandola entro i termini previsti dalla legge. Dare spazio a questo tipo di iniziative, di progetti, significa che nel giro di poche mesi riusciremo a superare anche questo tipo di problema.

Domani diverse associazioni ambientaliste ed ecologiste della Lombardia organizzeranno un presidio davanti alla sede della Regione per sensibilizzare la politica su temi ambientali come consumo di suolo e consumi energetici: temi che lei non ha mai bistrattato durante la sua presidenza proponendo, ad esempio, come alternativa anche la possibilità di allestire una centrale nucleare in Lombardia? Ma sarebbe veramente fattibile? E non vi potrebbero essere altre alternative meno rischiose ma altrettanto efficaci a livello di produzione energetica?

Premettendo che non vi sono rischi con le nuove generazioni di centrali nucleari, ma è chiaro che per arrivare alla loro realizzazione ci vogliono qualche decina d’anni mentre il problema va risolto adesso. Sul consumo del suolo abbiamo una legge che impone di non consumare suolo nuovo. Anzi esiste una legge sulla rigenerazione che invece favorisce il recupero delle aree abbandonate, dismesse, che sta avendo un grande successo. Proprio lo scorso anno abbiamo approvato una serie di iniziative di progetti presentati da Comuni investendo 200 milioni di euro per i Comuni sopra i 50mila abitanti e altri 70 milioni circa per quelli più piccoli. Il consumo del suolo fa parte delle nostre corde e stiamo cercando di rispettare quanto previsto. Sull’energia stiamo investendo tantissimo sul biogas, sul biometano. Siamo la regione che sta erogando contributi utili a eliminare le auto più inquinanti oltre a essere la regione scelta come progetto pilota in Italia per l’utilizzo

Il Ministro Santiago Andrés Cafiero ricevuto da Fontana

dell’idrogeno, vincendo fondi del Pnrr per realizzare in Valcamonica una ferrovia completamente a idrogeno denominata Hydrogen Valley. Poi vi è l’inquinamento dell’aria dove noi come Lombardia così come tutte quelle del bacino padano come Piemonte, Emilia e Veneto, stiamo lavorando per risolvere il problema. Le segnalo un dato che pochi conoscono: come immissione in atmosfera di sostanze inquinanti noi come Lombardia siamo al di sotto dei parametri europei e quelli nazionali, come polveri sottili siamo all’interno dei parametri stabiliti dall’Europa. L’unico problema che abbiamo è quello del superamento dei giorni di superamento derivante da una questione morfologica del nostro territorio dove purtroppo in alcuni periodi si crea un ristagno senza circolazione dell’aria. Anche in questo caso stiamo arrivando a definire una idonea soluzione a questo problema. Come varesino tra l’altro voglio ricordare come abbiamo recuperato il lago di Varese che sembrava irrecuperabile rendendolo balneabile.

Altro tema caldo quello dei trasporti. Nei giorni scorsi ancora gravi ritardi sulle corse dei treni negli orari di punta. Possibile che non si riescano a trovare soluzioni idonee a risolvere una volta per tutte questa annosa questione relativa alla regolarizzazione dei trasporti che tante polemiche crea tra i viaggiatori, soprattutto pendolari?

L’ho ribadito tante volte: per andare veloce devi avere una macchina veloce e una strada sulla quale correre. Noi adesso le ‘macchine veloci’ le stiamo comprando, 200 treni nuovi di cui 75 sono già sulla rete, gli altri arriveranno nello spazio di un anno. Il problema è che abbiamo una strada dissestata, piena di buche, che non è neppure asfaltata. Una rete che non appartiene a noi ma a RFI, società delle Ferrovie dello Stato, la quale è perfettamente cosciente della situazione. Nel febbraio del 2019 Rfi sottoscrisse un impegno in base al quale doveva impegnarsi a realizzare opere per 14 miliardi di euro. Noi abbiamo ancora una parte della nostra rete ferroviaria che va su binario unico, una cosa inammissibile. Recentemente il loro amministratore delegato ha riconosciuto che noi abbiamo una rete obsoleta che ha circa 70 anni di vita quando cinquant’anni fa sulla nostra rete circolavano 500 treni al giorno adesso circa 2.200 al giorno, oltre a quelli dell’alta velocità che creano altri problemi in quanto hanno diritto alla precedenza. Quindi l’unico modo è quello che Rfi riesca a mettere a posto la rete come ribadito dal ministro Matteo Salvini rimarcando come Rfi finora sia stata corretta nel rispettare gli impegni assunti.

Olimpiadi 2026 e indotto: oltre a Milano e Cortina pensa che per questa grande manifestazione sportiva e non solo, possano trarne vantaggi anche altre città lombarde? E in che modo, nel caso, venissero coinvolte?

Ci dovrà essere senz’altro un loro coinvolgimento. Ho parlato l’amministratore delegato della Fondazione Olimpiadi Milano Cortina, Andrea Varnier, il quale presto inizierà a prendere contatto con tutti gli amministratori delle singole città. Le Olimpiadi sono un

L’assegnazione dei giochi olimpici a Milano-Cortina

evento planetario, il più importante evento sportivo del mondo, quindi dobbiamo sfruttarlo mostrando da un lato la bellezza dei nostri territori e delle nostre opere d’arte, dall’altro lato la bontà dei nostri cibi, dei nostri vini ma soprattutto la nostra capacità organizzativa.

A Varese, la sua città, sono arrivati ben 100milioni di euro dal Pnrr divisi su 30 interventi che probabilmente cambieranno sensibilmente il volto della città. Altri progetti importanti però sono già stati finanziati in parte anche dalla Regione: è soddisfatto di questi risultati sia come presidente di regione che come varesino oppure ha qualche perplessità?

Sui progetti del Pnrr non so assolutamente nulla in quanto questi fondi, a parte quelli destinati alla Sanità e all’Hydrogen Valley, vengono gestiti direttamente dai Comuni in accordo con i vari ministeri. Chiaro che 100 milioni sono tanti e sono convinto che possano davvero cambiare il volto della città. Almeno mi auguro che questo accada.

Quanto manca Roberto Maroni alla politica nazionale, alla Lombardia e alla Lega?

Credo che manchi soprattutto all’Italia perché era una persona di grande equilibrio, di grande capacità, di grande serenità. Dico sempre che Roberto anche quando gli presentavi

Maroni con Fontana a Varese

un grande problema da risolvere, aveva la grande capacità di riuscire a rasserenarti facendoti capire che la soluzione si sarebbe trovata. Una persona di grandissima esperienza, un amico che personalmente manca molto ma penso che manchi molto anche al Paese

direttore@varerse7press.it

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