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Lavoratori frontalieri: dal 2024 le tasse si pagheranno anche in Italia. Modifiche anche per ristorni ai Comuni

VARESE, 3 febbraio 2023- Dopo due anni di confronti e accesi dibattiti tra Svizzera e Italia, con il voto unanime al Senato di mercoledì scorso, 1 febbraio, si è finalmente arrivati alla ratifica del cosiddetto “nuovo” accordo sui frontalieri.

COSA E COME CAMBIERA’ PER I TANTI LAVORATORI FRONTALIERI?

Per coloro che già possiedono un permesso G e sono attualmente occupati in Svizzera, non cambierà nulla, questi attuali frontalieri dei comuni di confine manterranno a vita la tassazione del reddito esclusivo in Svizzera fino alla pensione, pure se dovessero cambiare posto di lavoro o beneficiare di periodi di disoccupazione.

Per tutti coloro che saranno assunti invece dal gennaio 2024 finirà il regime di tassazione esclusiva nel Paese in cui viene svolta l’attività lavorativa. Saranno assoggettati ai frontalieri fuori dalla fascia dei 20 km dal confine. La Svizzera potrà quindi trattenere fino all’80% delle imposte alla fonte sui redditi dei nuovi frontalieri, che saranno a loro volta tassati dallo Stato di residenza secondo le proprie aliquote. Verrà tuttavia riconosciuto a costoro un credito d’imposta, ossia una detrazione di quanto già pagato in Svizzera per evitare la doppia imposizione. Il testo licenziato mercoledì ha riconosciuto poi una quota di esenzione (la franchigia) di 10’000 euro, superiore di 2’500 euro rispetto a quella proposta nell’accordo negoziato nel 2015. Non solo, come rivendicato dai sindacati già poche ore dopo il voto perché è stata una loro battaglia, nel disegno di legge è stata anche accolta la richiesta di creare una nuova NASPI (quota mensile per la disoccupazione) speciale per tutti i frontalieri che dovessero perdere il lavoro con importi ben più alti rispetto alla normale indennità di disoccupazione.

Cosa cambierà, invece, per il Ticino?

Come detto, il primo vantaggio per la Svizzera è dato dall’aumento della quota di imposizione fiscale che passa dall’attuale 60% all’80% per i nuovi frontalieri. La tassazione sullo stipendio generato qui, ma da rendicontare con una dichiarazione dei redditi autonoma in Italia con quelle aliquote di tassazione – al netto di “bonus” e franchigie inserite nel disegno di legge – potrebbe frenare il costante aumento o la pressione di lavoratori italiani provenienti dalle province lombarde e piemontesi. Chiaro, questi dati si potranno analizzare con certezza nel tempo. Vi è poi la quota di ristorni che ogni anno viene riversata dal Ticino ai Comuni di frontiera: dal 2033 questi circa 90 milioni di franchi non saranno più retrocessi alle casse italiane perché, secondo l’Accordo che sostituisce quello del 1974, questi soldi saranno garantiti dall’Italia ai sindaci delle aree di confine che hanno frontalieri.(fonte rsi.ch)

redazione @varese7press.it

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