Nel varesotto l’infermiere di famiglia è una grande risorsa: in un anno quasi 1500 pazienti hanno usufruito di questo servizio

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VARESE, 11 marzo 2023-Arcisate, Laveno, Tradate e Varese: sono le quattro case di Comunità attivate da ASST Sette Laghi, le quattro sedi in cui è attivo il servizio dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC).
Nel dettaglio, a Tradate la squadra degli Infermieri di Famiglia è in servizio dalla metà di febbraio del 2022, ad Arcisate e Laveno dalla metà di marzo 2022 e a Varese dalla fine del 2022. Ad un anno circa, quindi, dall’entrata in servizio dei primi Infermieri di Famiglia e Comunità di ASST Sette Laghi, i pazienti seguiti da questi professionisti itineranti e flessibili sono 1474: 511 ad Arcisate, 422 a Laveno, 430 a Tradate e 111 a Varese. 
Numeri importanti, che però offrono solo un’istantanea: basti pensare che gli IFeC hanno trascorso quasi settemila ore al telefono, per quasi 21mila telefonate, sono stati impegni in più di 7.000 visite domiciliari e in circa 500 appuntamenti fissati al rispettivo Punto Unico di Accesso (PUA).
Il servizio è stato attivato con l’autopresentazione in 692 casi, nei restanti su segnalazione del Medico di Medicina generale, del Pediatra di Libera scelta o dagli specialisti ospedalieri.
La squadra al momento si compone di 36 professionisti, infermieri appositamente formati per questa nuova funzione che rappresenta uno dei cardini della sanità del futuro, sempre più vicina al contesto di vita del paziente, sempre più centrata sull’integrazione sociosanitaria. Nel dettaglio, 11 sono in servizio a Tradate, 8 ad Arcisate, 9 a Laveno e 8 a Varese.
E’ un investimento lungimirante quello che la nostra Azienda sta facendo in questo servizio, recependo le indicazioni della Riforma Sociosanitaria lombarda e del DM77/22  commenta il Direttore SocioSanitario di ASST Sette Laghi, Barbara Lamperti  La carenza di infermieri a livello nazionale è nota e rappresenta una delle grandi criticità di questo momento storico per tutte le Aziende sociosanitarie. Non è facile riuscire a destinare alcuni dei nostri infermieri a questo nuovo servizio, ma se c’è una cosa che la pandemia ha insegnato e che assolutamente non dobbiamo trascurare è che è non solo strategico, ma direi decisivo, rafforzare l’offerta sociosanitaria territoriale, per rispondere più e meglio alle esigenze di salute dei cittadini ed alleviare la pressione sugli ospedali. Investire negli IFeC, e con loro nelle Case e negli Ospedali di Comunità, significa non limitarsi ad affrontare la crisi attuale determinata dalla difficoltà nel reperire numerose categorie di professionisti, ma farlo guardando anche oltre. L’evoluzione del Polo Territoriale non è solo una necessità assistenziale, ma anche organizzativa: lo sforzo per farlo decollare è giustificato dalle ripercussioni positive che, in misura crescente nel breve, medio e lungo periodo, offrirà anche al Polo Ospedaliero, quello che assorbe attualmente la pressione più forte“.
Alle quattro Case di Comunità già attivate e in fase di potenziamento, entro l’estate se ne aggiungerà una quinta, quella di Sesto Calende, individuata come Casa di Comunità Hub rispetto alla sede spoke che sarà attivata ad Angera tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2024.
L’Infermiere di Famiglia e di Comunità
L’Infermiere di Famiglia e Comunità è un professionista che assicura l’assistenza infermieristica con intensità e complessità di cura differenti a seconda delle necessità, nelle Case della Comunità e al domicilio del paziente, con un’impostazione fortemente proattiva nella gestione della salute come nelle attività di prevenzione.

Il suo compito principale è infatti quello di colmare l’offerta sociosanitaria nell’ambiente di vita del paziente, coniugando le competenze più propriamente sanitarie con le necessità sociali e sociosanitarie, attraverso interventi educativi, specialistici e di relazione tra paziente, familiari, caregiver, Medici di Medicina generale, specialisti ospedalieri, assistenti sociali, Comuni e Terzo Settore. L’infermiere di famiglia, infatti, offre un servizio ampio, che parte da una valutazione multidimensionale, comprensiva degli aspetti clinici, ma anche del contesto familiare e abitativo. Non si limitano a dare consigli utili ma, laddove necessario, attivano i servizi che meglio rispondono alle esigenze dei pazienti grazie alla stretta collaborazione con i medici di base, con l’ufficio di piano e i comuni, oltre che ovviamente con tutte le articolazioni di ASST Sette Laghi e con il Terzo Settore.

Il ruolo dell’infermiere di famiglia, però, come suggerisce il nome, va ancora oltre: partendo dal paziente, questo servizio si propone di prendersi cura dell’intero nucleo familiare, sia intervenendo con indicazioni e prestazioni sanitarie, sia promuovendo la cultura della salute, in termini di prevenzione, corretti stili di vita ma anche di corretto utilizzo dei servizi offerti dal Sistema SocioSanitario e Sociale integrato lombardo.