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Sfratti, caro affitti e mancanza di alloggi popolari: in crisi migliaia di famiglie anche in provincia di Varese. Al via petizione popolare

VARESE, 7 dicembre 2023- di GIANNI BERALDO-

Insieme alla povertà sanitaria, con difficoltà economica nell’acquisto di farmaci o pagamento ticket per esami o visite, l’emergenza abitativa riflette una grave situazione a livello sociale che si protrae da molti anni senza soluzioni confacenti al problema.

Emergenza casa che in un paese civile non dovrebbe palesarsi nemmeno come ipotesi. Gli odierni e drammatici numeri invece dicono che siamo al cospetto di una triste realtà, con 41mila famiglie già sfrattate (su 140mila in attesa) a livello nazionale, mentre a livello provinciale la situazione attuale parla di 3242 richieste di sfratto con 1450 già messe in pratica.

Numeri e statistiche purtroppo destinati a salire, nonostante sia stato rifinanziato anche per il 2024 dalla regione Lombardia, il Fondo per morosità inconsapevole.

Situazione insostenibile con migliaia di famiglie che attendono oltre 10 anni per avere alloggi popolari e spesso non rinnovano iscrizione graduatorie perché scoraggiate. Parlando della crudeltà dei numeri, siamo al cospetto di circa 2,5 milioni di famiglie a livello nazionale che non riescono più a pagare l’affitto perché superano il 45% del loro reddito che ha portato la nostra provincia ad avere un aumento esponenziale di sfratti nel giro di pochi anni. Oltre a questo vi è pure il problema degli alloggi per studenti: ne servirebbero 60mila per soddisfare le giuste esigenze abitative per i fuori sede.

Insomma la misura è colma. E da tempo.

Così il Sunia (Sindacato Unitario Inquilini e Assegnatari) ha promosso una Petizione Popolare per il Diritto all’abitare, al quale ha aderito Fillea Cgil Varese.

Raccolta firme che avverrà anche sul nostro territorio (fino alla fine di gennaio 2024) e presentata oggi nella sede provinciale della Cgil alla presenza di Stefano Rizzi di Fillea Cgil e di Andrea Cazzolaro, in rappresentanza di Sunia Varese.

<<Stiamo parlando di numeri, di cifre importanti alle quali andrebbero aggiunte percentuali che dicono che il 79% degli alloggi di edilizia pubblica sono da ristrutturare e quindi inaccessibili. A questi si sommano gli alloggi sfitti>>. Dice Rizzi che aggiunge <<Serve un riordino e manca un censimento degli alloggi popolari, utili a rilevare quanti alloggi sfitti vi sono obbligando i proprietari a sbloccare la situazione>>.

Rappresentante Fillea che sottolinea come negli anni vi sono stati parecchi interventi a pioggia da parte delle istituzioni ma non definitivi e utili a risolvere il problema.

Sfratti che, una volta attuati, vanno a incrementare il numero di richiedenti alloggi popolari già ora ingestibili.

<<Oltre a sfratti vi sono altre situazioni di vulnerabilità a livello abitativo e come osservatori verifichiamo che il trend è in netto peggioramento>> rincara la dose Cazzolaro.

<<Troppe persone non riescono più a pagare gli affitti. Pensiamo ad esempio a donne sole, anziani, migranti che lavorano ecc…. Ragionare sempre in termini emergenziali impedisce una pianificazione con soluzioni integrate, sarebbe invece opportuno anche sul nostro territorio

creare una rete con tutti i soggetti che si occupano di questi temi>>, conclude Cazzolaro.

In realtà una soluzione temporanea e intermedia a livello abitativo dovevano essere i SAT (Servizi Abitativi Transitori) che dal 2020 hanno sostituito le assegnazioni in deroga come principale strumento per dare risposta all’emergenza abitativa ed in particolare agli sfratti. Questo strumento però non sta funzionando e nella maggior parte dei casi le famiglie sfrattate anche con bambini, invalidi, persone anziane o malate si trovano ad affrontare lunghi periodi senza che il Comune dia loro alcuna soluzione abitativa e vengono lasciate a loro stesse, ossia sulla strada.

Poi l’amara conclusione <<la riflessione è sulla riqualificazione delle città, dove gli amministratori locali puntano più allo skyline che non alle esigenze dei cittadini sotto il profilo abitativo, con città vivibili sia in centro che nelle periferie>>.

Ma questa è un’altra storia.

direttore@varese7press.it

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