GORLA MAGGIORE, 26 giugno 2025-La sala Numm di Gorla Maggiore ha ospitato ieri sera, mercoledì 25 giugno, un incontro di grande interesse con Marco Mancini, considerato lo “007 più famoso d’Italia” ed ex capo dell’intelligence italiana. Di fronte a una platea di oltre cento persone, tra cui numerosi amministratori locali, Mancini ha “vuotato il sacco” su un tema affascinante: il controspionaggio offensivo e il ruolo cruciale dell’intuito umano in un’era dominata dalla tecnologia, toccando anche il contesto storico delle Brigate Rosse.
“Il controspionaggio offensivo usa qualsiasi strumento che la scienza e la tecnica mettono a disposizione, ma il primato resta al fattore umano“, ha dichiarato Mancini. Laddove la cybersicurezza, i droni e i satelliti non possono arrivare, subentra “lo spazio tra le righe”, ovvero quell’intuito acuto capace di cogliere uno sguardo e interpretarlo, o di individuare, per esempio, nell’andatura di una camminata – ora più lenta o più spedita del solito – un imminente pericolo.
Mancini ha sottolineato come, nonostante l’avanzamento tecnologico, l’elemento umano rimanga insostituibile nell’analisi e nella prevenzione. La capacità di leggere i segnali sottili, di interpretare il comportamento non verbale e di percepire le sfumature in contesti complessi, sono abilità che solo l’intelligenza e l’esperienza umana possono offrire. Anche in periodi storici critici come quello della lotta al terrorismo, esemplificato dalle Brigate Rosse, l’intuizione e la conoscenza profonda delle dinamiche umane hanno giocato un ruolo decisivo, integrando e talvolta superando le capacità tecnologiche del tempo.
L’incontro, organizzato dal Comune di Gorla Maggiore, ha riscosso un notevole successo di pubblico, a testimonianza del grande interesse che temi come l’intelligence e la sicurezza suscitano nella cittadinanza. La presenza di un ospite di tale calibro ha permesso di gettare uno sguardo privilegiato dietro le quinte di un mondo spesso avvolto dal mistero.
Soddisfatto il sindaco di Gorla Maggiore, Pietro Zappamiglio, che ha commentato: “Un grande evento, un grande ospite”, riassumendo l’apprezzamento per la serata e per l’opportunità offerta alla comunità di confrontarsi con una figura di spicco nel campo della sicurezza nazionale.
L’intervento di Marco Mancini ha offerto spunti di riflessione non solo sul mondo dello spionaggio, ma anche sulla capacità di osservazione e interpretazione del comportamento umano, competenze trasversali che possono arricchire la nostra comprensione del mondo circostante.