Liste d’attesa, Patto Civico attacca: “I 10 milioni al privato sono una toppa sbagliata che non basta”

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MILANO, 7 ottobre 2025-L’emergenza delle liste d’attesa in Lombardia è conclamata e la risposta della Regione Lombardia solleva più dubbi che certezze. I 10 milioni di euro stanziati per abbattere i tempi e destinati, di fatto, al settore sanitario privato, rappresentano una misura tampone considerata insufficiente e strutturalmente errata.

La denuncia arriva forte e chiara dall’opposizione, in particolare dalla capogruppo del Patto Civico, Michela Palestra, dopo le risposte dell’Assessore al Welfare Guido Bertolaso in merito a un’interrogazione.

“Le risposte dell’assessore Bertolaso confermano ciò che denunciamo da tempo: quella delle liste d’attesa in Lombardia è un’emergenza vera e propria,” dichiara Michela Palestra. “I 10 milioni di euro stanziati dalla Regione e destinati al privato rappresentano una misura tampone, una risposta d’urgenza a un problema strutturale che continua a penalizzare migliaia di cittadini.”

A rendere il quadro ancora più critico è la conferma che il nuovo CUP (Centro Unico di Prenotazione) regionale è ancora lontano dall’essere pienamente operativo. Un nodo cruciale, sottolinea Palestra, per l’equità del sistema.

“A preoccupare è anche la conferma che il nuovo CUP regionale è ancora lontano dall’essere operativo. Senza un sistema unico e trasparente di prenotazione, capace di mettere ordine e garantire equità di accesso, ogni intervento rischia di restare un palliativo,” aggiunge la capogruppo. Senza un sistema unificato e chiaro, infatti, la possibilità di accedere a esami e visite in tempi congrui rimane disomogenea e la trasparenza sulle disponibilità complessive del sistema sanitario regionale (pubblico e privato accreditato) è compromessa.

La vera soluzione, secondo il Patto Civico, non può passare per un ulteriore finanziamento al privato, che rischia di consolidare un modello in cui la sanità è sempre meno un diritto universale e sempre più una questione di disponibilità economica.

“Serve un piano serio, strutturale e duraturo per ridurre i tempi di attesa e restituire ai lombardi un diritto fondamentale: quello di curarsi nei tempi e nei modi stabiliti dal Servizio Sanitario Regionale,” conclude Michela Palestra.