Bancarotta fraudolenta nell’industria di materie plastiche: arrestato Aldo Taddeo ex presidente del Varese Calcio

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BUSTO ARSIZIO, 3 dicembre 2019-La Guardia di Finanza di Busto Arsizio, nell’ambito dell’operazione “Plastic free”, sta eseguendo un’ordinanza di misure cautelari personali del G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio.

I 3 destinatari (un arrestato in carcere, una donna ai domiciliari e un terzo con obbligo di dimora) insieme ad altri 6 indagati, sono ritenuti responsabili di bancarotta fraudolenta per provocato dissesto di 3 imprese varesine operanti nel settore della progettazione, costruzione e commercializzazione di macchinari industriali per la lavorazione di materie plastiche, per un passivo fallimentare di circa 8 milioni di euro. Tra gli arrestati il 51enne varesino Aldo Taddeo conosciuto in cittá anche per avere ricoperto il ruolo di presidente del Varese Calcio solo per pochi mesi nel 2007, per passare poi alla presidenza del Modena Calcio.

L’indagine, avviata lo scorso luglio, è nata in seguito alla dichiarazione di fallimento di due storiche imprese, una di Busto Arsizio e l’altra di Samarate, ed ha consentito di scoprire che gli indagati, hanno posto in essere una serie continuativa di distrazioni e di trasferimenti di risorse infra-gruppo che hanno comportato la dissipazione e la dispersione di importanti risorse finanziarie – trasferite per lo più sui conti correnti esteri – con conseguente depauperamento patrimoniale, economico e finanziario delle tre società italiane “cannibalizzate” e condotte dolosamente al fallimento.

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Arrestato l’ex presidente del Varese Calcio Aldo Taddeo

I responsabili utilizzavano come “capo-gruppo” e come “cassaforte” finanziaria una società slovacca con sede a Bratislava, riconducibile all’indagato principale (Taddeo appunto il quale, a partire dal 2015 aveva rilevato, in sequenza, le quote di maggioranza delle tre società italiane, sino ad assumerne il controllo totalitario prima di avviarle al fallimento). Il modus operandi per “svuotare” le società italiane dei loro patrimoni è consistito in una pluralità di affitti e/o cessioni di rami aziendali che hanno interessato le imprese fallite, con particolare riguardo all’uso dei relativi marchi e dei disegni tecnici, accompagnati dalla distrazione di risorse finanziarie delle società per il pagamento di ingenti spese personali dell’indagato principale, necessarie al mantenimento del suo elevato tenore di vita.

Gli indagati, consapevoli di frodare i soci di minoranza, i lavoratori dipendenti e i creditori, avevano già fatto fallire due delle tre società italiane controllate, raggiungendo un passivo fallimentare complessivo di circa 8 milioni di euro. Anche la terza società è sull’orlo del fallimento dal momento che i dipendenti da mesi non ricevono più né gli stipendi né il versamento dei relativi contributi previdenziali e assicurativi.

Con riferimento a quest’ultima ubicata a Castellanza, i finanzieri stanno procedendo al sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale (compresi i macchinari e le merci) e del 70% delle quote del suo capitale sociale e di quello di altra società con sede a Milano.

Sono in corso, inoltre, 15 perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio finalizzate a ricercare ulteriori fonti di prova dei reati commessi dai 9 indagati. In totale sono impiegati oltre 50 militari delle Compagnie di Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Padova nonché del 7° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma, che stanno operando, in collaborazione con i finanzieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della predetta Procura, nelle province di Varese, Milano, Lecco, Novara, Vercelli, Padova e Roma.

L’operazione di servizio odierna costituisce un’ulteriore testimonianza del costante impegno delle Fiamme Gialle nel contrasto dell’illegalità nel sistema economico-finanziario a tutela delle imprese e dei professionisti onesti che operano nella piena e consapevole osservanza delle leggi.