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La segnalazione di Bruno Belli: “La tomba del musicista varesino Francesco Sangalli degradata e abbandonata: intervenga il Comune”

VARESE, 18 agosto 2020-di BRUNO BELLI-

Questa mattina, poiché ho terminato di scrivere un articolo che sarà pubblicato sul «Calandari d’ra Famiglia Bosina» per il 2021, a corredo dell’articolo stesso, per le fotografie, sono andato a visitare la tomba presso il Cimitero Monumentale di Giubiano di Francesco Sangalli, del quale è occorso lo scorso gennaio, il bicentenario della nascita. Sangalli fu un compositore varesino d’adozione e celebre docente di pianoforte al Conservatorio di Milano, tra il 1850 ed il 1890, dove era già stato allievo del famoso Antonio Angeleri, autore del primo metodo moderno italiano per lo studio dello strumento.

Sapevo che il tumulo, che si trova nel Campo S 47, vessasse in cattive condizioni: la lapide

L’avviso del Comune posto sulla tomba

tombale fu restaurata per cura di Edoardo Maroni Biroldi nel 1992, in occasione del centenario della morte del compositore, poiché non esistono eredi diretti. Ma non mi sarei mai aspettato di trovare sulla sepoltura l’avviso che qui allego nella foto, firmato dal Dirigente Capo dell’Area 1 del Comune di Varese, nel quale, in poche parole, si legge che la sepoltura entrerebbe in decadenza – dato lo stato in cui vessa – e, quindi, il compositore che tanto amò la nostra città tanto da venire ad abitarci potrebbe essere “sloggiato” con conseguente demolizione della tomba.

Avevo anche in passato fatto notare più volte – sempre inascoltato dalla politica che tutto fa tranne che comprendere le reali ragioni dei cittadini – che dovrebbe essere compito dell’Amministrazione pubblica mantenere il decoro di quelle sepolture che raccolgono personaggi celebri appartenenti alla storia della città: qui, invece, la presente Amministrazione – ed anche i funzionari preposti – sembra addirittura ignorare il nostro passato. Nemmeno si attua una ricerca – sembrerebbe dal tono dell’avviso esposto sulle cenerei del Sangalli – di tipo storico, quando ci si imbatta in antiche tombe, che per lo più, possono serbare le ceneri di chi non abbia più eredi, per valutare anche, come in questo caso, quale fosse stata in vita, la funzione sociale del caro estinto.

Ora, come ho scritto anche nell’articolo che sarà pubblicato su «Calandari», mi auguro che la presente amministrazione, almeno in occasione del bicentenario della nascita di un suo illustre figlio adottivo, si muova per trovare i fondi necessari per la manutenzione della tomba, invece, di apporre cartelli che sono un insulto non solo alle persone che si occupano di cultura, ma soprattutto al nostro passato ed alla storia dei luoghi che essa stessa pretende di amministrare: con tali atti, per l’ennesima volta, dimostrano di non conoscere il territorio e la storia dello stesso.

Siamo davvero messi male, come dico da anni: addirittura, l’Assessorato alla cultura non possiede nemmeno un elenco dei personaggi varesini storici celebri con le ricorrenze da celebrare e le annotazioni su dove si trovino riferimenti legati agli stessi.

Anzi, invece di celebrarli, si mettono sulle loro tombe – quando ci sono, perché in molti casi non abbiamo nemmeno più le ceneri – «avvisi» che suonano soltanto routine burocratica priva di ogni «pietas» umana.

E, qui, mi rivolgo al Sindaco, Davide Galimberti, che spero vorrà quanto prima rispondere per tramite sempre della stampa cui oggi mi rivolgo: a lui, ed all’assessore al bilancio, Cristina Buzzetti, chiedo che, come hanno saputo reperire dal Bilancio gli 800.000 euro che destinano ad un progetto opinabile, riguardante l’ “abbellimento”  di una strada come via Del Cairo, trovino il necessario per la manutenzione della tomba di Francesco Sangalli e che, opportunamente, la Giunta provveda anche a deliberare che sia l’amministrazione pubblica a farsi carico dei mantenimenti delle vestigia del passato, nel caso delle sepolture, qualora non vi siano più i diretti eredi di quelle personalità che hanno lavorato per rendere migliore la Nostra Città.

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