Salta l’esame scritto dei praticanti avvocati senza sapere quando verrá svolto: ”Una presa in giro da parte del Ministero”

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VARESE, 12 novembre 2020-Dopo giorni e settimane di attesa migliaia di praticanti avvocati che attendevano di conoscere il loro destino sono stati informati dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, tramite un post su Facebook, che il loro esame scritto per l’anno 2020/21 non si sarebbe potuto tenere a metà dicembre del presente anno.
Una decisione ovvia, stante lo stato di emergenza sanitaria in Italia, che non avrebbe potuto permettere lo svolgersi di tali prove, le quali richiedono la presenza di migliaia di persone, per più di 7 ore, rinchiuse nello stesso spazio, con assembramenti all’entrata ed all’uscita, e con pochissima distanza tra un candidato e l’altro.
Ovvia, ma presa a distanza di poco più di un mese dalle prove, senza che nessuno ci abbia pensato prima, né alle modalità di esecuzione dell’esame, né al trovare un’alternativa sensata.
Al post è seguita poi la completa assenza di informazioni per i candidati i quali sono stati lasciati da soli a chiedersi se sarebbe stato comunque necessario, oppure no, iscriversi tramite portale all’esame, con il rischio che non facendolo avrebbero potuto perdere anche la prossima sessione.
Praticamente migliaia di persone sono state costrette ad iscriversi ad un esame, pagando ovviamente i contributi previsti dalla legge, senza sapere minimamente né quando si terranno le prove (si parla di un generico “primavera 2021”, senza alcuna certezza) né con che modalità si terranno, visto che nonostante praticamente per ogni altra professione è previsto un esame orale abilitante (quando non la laurea abilitante), per l’esame di avvocato la cosa sembra non aver sfiorato neanche la mente del Ministero della Giustizia.
“Una vera e propria presa in giro da parte del Ministro dello status di migliaia di ragazzi, che attendono solo di poter svolgere l’esame per contribuire alla Giustizia, quella Giustizia e parità di trattamento che a loro viene sistematicamente negata – denuncia il Presidente del Codacons, Marco Donzelli – una mancanza di rispetto veramente incomprensibile, che denota l’assoluta mancanza di volontà del Governo di ripensare un esame vetusto, ingiusto e che finisce con il non premiare il reale merito dei candidati, costringendoli ad un tour de force insensato.
Per questo anche questa volta chiediamo al Ministero della Giustizia di intervenire, modificando e migliorando un sistema che non è più in grado di dare dignità alla professione di avvocato, consentendo così davvero a tutti coloro che davvero lo vogliono di contribuire alla Giustizia del nostro Paese”.