Scarlet Rivera entusiasma il pubblico di Varese portando lo spirito e la musica di Bob Dylan nelle piazze. Grande concerto con Andrea Parodi tra i protagonisti

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Scarlet Rivera durante il concerto a Varese

VARESE, 23 giugno 2023- di GIANNI BERALDO-

Prendete la musica e lo spirito ribelle di Bob Dylan, aggiungete l’altrettanto spirito libero che non accetta compromessi testimoniato dal lascito musicale di Fabrizio De Andrè, aggiungeteci abbondanti dosi profusi da pentagrammi di taglio folk, americana e genere tex mex, ecco che magicamente si materializzerà il bellissimo concerto che ieri in piazza Canonica a Varese, ha visto protagonista la storica violinista americana Scarlet Rivera.

Artista statunitense che con lo stesso Dylan ha affrontato forse gli anni migliori della sua (fortunatamente) interminabile carriera, cesellando quel sound violinistico che ha reso celebri canzoni immortali come ad esempio il lungo brano Hurricane (la storia del campione del mondo di pugilato Rubin Carter condannato ingiustamente per omicidio) e altri grandi successi tratti dall’album Desire del 1976 e seguente tour denominato Rolling Thunder Revue (iniziato in realtà l’anno prima e immortalato in un prezioso docufilm del regista Martin Scorsese ) dove Scarlet ricoprì un ruolo di primissimo piano in tutti i concerti.  Violinista e cantante di Chicago che ha suonato con molti altri grandi artisti oltre ad avere pubblicato a suo nome album di notevole fattura artistica.

Un concerto, quello di Varese, impreziosito dalla presenza di una super band composta dal chitarrista Alex Garriazzo (già con la Treves Blues Band), Michele Guaglio (basso e footdrum), Marco Rovino (chitarre e mandolino), Riccardo Maccabruni (fisarmonica e pianoforte e voce), il trombettista Raffaele Kohler e il cantautore Andrea Parodi, vero direttore d’orchestra e tra gli artefici della serata.

La prima vera sorpresa è stata vedere la capiente piazza Canonica –attorniata da edifici d’epoca in grado di creare un sound perfetto e naturale-strapiena di gente. La seconda è una costatazione: ossia che se la proposta musicale è di qualità Varese risponde alla grande. Di questo bisogna darne merito anche all’assessorato alla cultura, diretto da Enzo Laforgia, che ha creduto al progetto di coinvolgere angoli della città fino a ieri impensabili come palcoscenico musicale.

Tornando al concerto, il clima di allegria e rilassatezza che si respirava era palpabile e fin dalle prime note si è capito che si prospettava una grande serata.

D’altronde non poteva essere altrimenti vedendo Scarlet Rivera con i suoi iconici lunghi capelli rossi e quel cappellino in tinta, imbracciare il violino (che emozione anche per il sottoscritto!) e dopo una breve prefazione attaccare subito con il pezzo Forever Young seguita dalla folk rock song Dust Bowl, utile a scaldare musicisti e ugola della stessa Scarlett.

Nonostante l’impasse dettato dalla lingua, all’artista americana piace spiegare il senso delle canzoni che interpreta. Come nella stupenda versione di un altro noto brano di Dylan intitolato Senor durante il quale Scarlet si lascia trasportare emotivamente, indicando il cielo e il Settecentesco campanile del Bernascone che vigila dall’alto.

Emozioni allo stato pure che il pubblico gradisce regalando applausi a scena aperta, partecipando pure con un coro collettivo sulla successiva The times thy’re changin (titolo dell’omonimo album di Dylan datato 1964).

Garriazzo e Guaglio

La serata prende il volo. Situazione ideale per tutti i musicisti che ci danno dentro alla grande evidenziando ancora una volta tutta la loro ben nota professionalità. Compreso Koler che a sorpresa si palesa durante un brano suonando direttamente dal balcone di una casa di ringhiera che si affaccia sulla piazza, per poi proseguire in mezzo al pubblico.

Estasi collettiva come raramente accade giusto proscenio per l’ultimo pezzo della prima parte, quella riservata a Scarlet, chiusa con una versione da brividi di Suzanne interpretata quasi in stato di trance dalla Rivera, lasciando di stucco tutti i presenti incantati da cotanta bellezza musicale.

A questo punto spazio ad Andrea Parodi, salito sul palco sempre accompagnato da tutta la band (Scarlet Rivera compresa ovviamente), trasformando piazza Canonica in una

Andrea Parodi sul palco con Scarlet Rivera

ribollente location dal sapore tex mex con il pezzo Carlos. E quando si parla di musica e cultura americana non si può dimenticare Fabrizio De Andrè, con Parodi che interpreta alla sua maniera (ottima) la canzone Fiume Sand Creek (pescato dall’album L’Indiano del 1981 che vede in copertina un indiano Pellerossa). Belle e suggestive pure le seguenti, scritte dallo stesso cantautore brianzolo quali La Canzone dell’amore e C’è (“scritta per la nascita di mio figlio”, spiega l’autore), entrambe tratte da suoi album.

Con Parodi sempre sul palco con chitarra acustica e voce, arriva forse la song più attesa della serata, ossia la lunga Hurricane, cantata da Garriazzo e Maccabruni (qui in veste anche di chitarrista) ma soprattutto con quelle mitiche sviolinate di Scarlet che così tanto aveva impressionato Dylan.

Pubblico ovviamente in visibilio. Il concerto però non è finito, anzi.

Quindi spazio per la stupenda Not dark yet, brano di Dylan datato 1998 con una parte del

Maccabruni e Scarlet durante la versione di Hurricane

testo che recita “Non c’è neppure un posto per stare in un luogo qualunque. Non è ancora buio, ma presto lo sarà”. E con questo pezzo i numerosi dylaniani presenti saranno stati sicuramente soddisfatti.

Ma non basta. Spazio al divertimento prima con Gabriela, poi con Durango e chiusura in bellezza con la sempreverde Andrea, sempre di De Andrè, cantata all’unisono da tutto il pubblico ancora non sazio dopo quasi due ore di musica.

E il concerto non poteva che chiudersi con la protagonista principale: Scarlet Rivera.

A lei, al suo magico violino, alle sue espressioni di gioia e alla sua particolare voce spetta

Saluti finali dopo un grande concerto

congedare il pubblico con una formidabile versione di Blowin’ in the Wind, canzone pacifista che Dylan scrisse addirittura nel 1962 ma che nonostante gli anni rimane purtroppo attuale (“...Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia Che troppe persone sono morte? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento. La risposta sta soffiando nel vento…”).

Grazie Scarlet, grazie Andrea e grazie a tutti i musicisti per questa splendida serata.

direttore@varese7press.it