Introdurre il reato di omicidio sul lavoro: lo propone il PCI di Varese

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Cosimo Cerardi segretario Pci Varese

VARESE, 12 maggio 2021-Il PCI della Federazione di Varese ha aderito al presidio di CGIL CISL UIL e alla richiesta al prefetto di convocare con urgenza un tavolo per concordare e coordinare le azioni richieste dal sindacato. Il PCI di Varese fa una proposta per fermare la strage introdurre il reato di omicidio sul lavoro.

Tale evento si è svolto ieri mattina, in unione ad uno sciopero generale di 4 ore, davanti alla prefettura per chiedere un impegno eccezionale a tutte le istituzioni ad ogni livello, per fermare questa strage infinita:

“Alle imprese, all’ ATS, all’NAIL, alle amministrazioni comunali, alla provincia di Varese, alla Regione Lombardia chiediamo di assumersi la responsabilità e di agire nell’immediato con massicci investimenti in prevenzione. Serve una azione immediata e diffusa, una fase di decisioni e atti concreti, di ispezioni a tappeto e di un piano formativo straordinario aggiuntivo per tutte le lavoratrici e lavoratori”. (Questo l’appello sindacale dopo l’ennesimo omicidio sul lavoro)

Fino a qualche giorno fa, quasi nessuno chiedeva di fare qualcosa al riguardo. Non si erano quasi mai messe in atto azioni che andassero al di là della solidarietà e della costernazione. Noi comunisti tra i pochi ponevamo il problema di capire cosa stesse succedendo, se fosse giusto continuare con un modello di sviluppo che considera chi lavora e la sua sicurezza nulla più che costi da tagliare per favorire il profitto.

Nessuna sanzione a tutt’oggi viene di fatto imposta alle aziende che non ottemperano alle norme di sicurezza, vi sono leggi e regole non applicate, prescrizioni di pene e reati a “imputati eccellenti”, se non addirittura assoluzioni.

Si è andati avanti così fino ad oggi, nonostante migliaia di morti nei luoghi di lavoro, incalcolabili i decessi per malattie professionali o quelli per inquinamento prodotto da un modello di produzione “tossico” (l’amianto, solo nel 2020, ha provocato 7000 morti, numero stimato in difetto).

E domani?

La sicurezza resterà un costo, l’innovazione verrà usata per il profitto, “lorsignori” continueranno a inquinare e devastare l’ambiente, chi lavora sarà sempre più ricattato e sfruttato, considerato nell’ottica attuale sostituibile e rimpiazzabile, nulla più che un numero, al pari di un animale al mattatoio.