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Ritorna la Biennale dell’immagine di Chiasso

CHIASSO, 10 febbraio 2021-Nel suo 25esimo anniversario, la Biennale dell’immagine di Chiasso annuncia la prima iniziativa per la prossima edizione che si terrà dal 17 settembre al 14 novembre 2021: il takeover dell’account Instagram della manifestazione da parte di studenti delle scuole artistiche del territorio.

La prima iniziativa di avvicinamento alla Biennale, il cui programma verrà annunciato a inizio settembre, riguarderà un’attività su Instagram, il social media dedicato all’immagine. Gli studenti di una selezione di scuole superiori artistiche del territorio ticinese e lombardo si occuperanno dell’account della manifestazione. Il progetto consiste in un takeover dell’account di Instagram della Biennale dell’immagine di Chiasso (@biennaleimmagineda parte di giovani studenti.

Instagram takeover
L’Instagram takeover è una pratica diffusa nel mondo dei social media: un account Instagram è affidato a celebrità o influencer in modo che questi, per un periodo limitato di tempo, producano e pubblichino contenuti diversi. La Biennale attiverà questa possibilità esplorando lo sguardo dei giovani tra i 18 e i 25 anni, per conoscere cosa sia, per loro, “immagine” oggi. Le scuole che hanno aderito sono molte e già pronte a “prendere possesso” dell’account della Biennale (@biennaleimmagine). Inizieranno proprio questo mese i giovanissimi del Liceo di Mendrisio, studenti di una classe ad indirizzo artistico (la prima in un liceo ticinese) con la collaborazione dei docenti di arti visive.
Le altre scuole ticinesi che parteciperanno all’iniziativa sono l’Accademia di architettura USI a Mendrisio e la SUPSI con il Corso di laurea in Comunicazione visiva. Prenderanno parte all’iniziativa anche l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como – IED Network .

Nel 2021 la Biennale dell’immagine di Chiasso giunge alla sua dodicesima edizione all’insegna del rinnovamento. Il Comitato che l’ha fondata e resa un grande appuntamento del panorama culturale ticinese passa le consegne a una nuova squadra per permettere alla manifestazione di rigenerarsi e affrontare con energie e occhi nuovi le grandi sfide che la aspettano al tempo del digitale e delle crisi sanitarie. Per festeggiare i 25 anni dell’evento, la Biennale dà con la sua prima iniziativa, la “parola” alle immagini scelte dalle nuove generazioni di spettatori e fruitori del mondo dell’audiovisivo. L’obiettivo della “nuova” Biennale è esplorare le frontiere della creazione e della fruizione della fotografia e delle immagini contemporanee, coinvolgere nuove generazioni di pubblico e indagare questo universo da tutte le prospettive possibili. Prospettive che delineeranno il programma dell’intera Biennale, fiduciosi che si potrà tornare a godere delle immagini, dell’arte e della cultura in presenza e non solo virtualmente. Il programma della Biennale verrà comunicato nella sua interezza a inizio settembre ma ci saranno altre novità in primavera.

La Biennale dell’immagine è una rassegna internazionale di fotografia, video e sulle arti visive contemporanee, nata nel 1996. Negli anni si è dimostrata una manifestazione dinamica, che ha saputo creare sinergie interessanti sul territorio e si è distinta per la ricerca di spazi espositivi peculiari e inediti. Il nuovo comitato intende costruire su questa identità, per esplorare le nuove frontiere della creazione e della fruizione delle immagini e coinvolgere nuove generazioni di pubblico. La Biennale dell’immagine di Chiasso è organizzata dall’omonima Associazione in collaborazione con il Centro Culturale Chiasso.
 

 




Il MaGa di Gallarate ricorda la figura di Ottavio Missoni nel centenario della nascita

GALLARATE, 9 febbraio 2021-Giovedì 11 febbraio 2021 si celebra il centenario della nascita di Ottavio Missoni, stilista, artista che con la moglie Rosita è stato uno dei più importanti imprenditori di moda del Novecento e portavoce del Made in Italy nel mondo.

Per l’occasione, il Museo MA*GA di Gallarate (VA) che nel 2015 dedicò alla Maison un’ampia antologica, presenta il nuovo allestimento della “Sala Arazzi Ottavio Missoni” in collaborazione con la Fondazione Ottavio e Rosita Missoni.

La sezione, divenuta parte permanente della collezione, conserva una serie di grandi arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato dal figlio Luca Missoni e progettato da Angelo Jelmini, per sottolineare la valenza di queste particolari realizzazioni tessili di Ottavio Missoni il quale, a partire dagli anni Settanta li elegge come esclusiva tecnica di espressione artistica, capace di concentrare in modo peculiare gli interessi trasversali, sia nella moda che nell’arte, per materia e colore.

“In occasione dei 100 anni dalla nascita di mio papà – afferma Luca Missoni – ci è sembrato naturale avvalorare l’esposizione dei suoi Arazzi nella sala del Museo a lui dedicata con una narrazione tematica del suo lavoro artistico. Una selezione di studi originali, da sempre disegnati usando pennarelli colorati su carta a quadretti, realizzati per progettare le sue creazioni e i suoi arazzi. Una scelta di tessuti in maglia alcuni dei quali già esposti nel 1975 alla sua prima mostra alla Galleria Il Naviglio di Venezia. Una serie di dipinti policromi in acrilico su tavola creati in forma sperimentale nei primi anni ’70. Parte dell’allestimento presenta la luminosa carriera sportiva di Ottavio, dal 1947 atleta della Società Ginnastica Gallaratese, culminata alle Olimpiadi di Londra del 1948 con la finale nei 400 metri ostacoli”.

La nuova installazione arricchisce la proposta espositiva del MA*GA, nuovamente aperto al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 11.00 alle ore 16.00, dopo la chiusura forzata a causa delle disposizioni in materia di contenimento del contagio da Coronavirus, con le mostre Marzia Migliora. Lo spettro di Malthus, a cura di Matteo Lucchetti e La fantasia è un posto dove ci piove dentro. Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del MA*GA, a cura di Alessandro Castiglioni.

L’ingresso gratuito alle mostre è offerto da Ricola, partner istituzionale del MA*GA.

Per accedere, è preferibile prenotare al numero tel. 0331.706011 (attivo durante gli orari di apertura del Museo).

Museo MA*GA

Gallarate, Via E. de Magri 1

Tel. +39 0331 706011; info@museomaga.itwww.museomaga.it

 

Orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 11.00 alle ore 16.00

Per visitare le mostre è preferibile prenotare al numero tel. 0331.706011.

Per vedere l’opera video VR presente nella mostra di Marzia Migliora è necessaria la prenotazione al n tel. 0331.706011

 

L’ingresso gratuito alle mostre, offerto da Ricola, partner istituzionale del MA*GA.




Alla ricerca della Bolla perduta al Museo della Collegiata

CASTIGLIONE OLONA, 7 febbraio 2021-Quasi 600 anni fa, poco prima del suo compleanno (4 febbraio), il cardinale Branda Castiglioni aveva gioito per un regalo straordinario, che per sempre avrebbe segnato non solo la sua vita, ma un intero borgo. Aveva infatti ricevuto da Roma una bolla, inviatagli il 7 gennaio 1422 da papa Martino V: il documento fondativo della Collegiata, primo passo ufficiale del cammino che, in pochi anni, avrebbe ridisegnato Castiglione Olona.

Nel testo della bolla si evidenziava la decadenza del luogo su cui sarebbe sorta la Collegiata, in sostituzione della precedente chiesa parrocchiale, dedicata a san Lorenzo, che “era così rovinata nel suo edificio e nelle abitazioni che nessun Rettore vi poteva risiedere né attendere ai divini offici” (traduzione di Mons. Cazzani in “Castiglione Olona nella storia e nell’arte”, Milano, 1966, p. 304). Ecco quindi il permesso di costruirla “de novo”, affidandola alla famiglia Castiglioni. Le sostanze per realizzare l’impresa furono trovate, in minima parte, subordinando alla nuova parrocchiale cinque cappelle che allora non erano curate e assegnando alla Collegiata i loro redditi.

Mettersi sulle tracce dell’importante bolla è un’avventura che merita un racconto.

La bolla non è più presso la Collegiata, probabilmente perché andò distrutta nell’incendio che nel 1780 interessò l’antica sagrestia, dove erano custoditi il tesoro e l’archivio.

Ben noto tuttavia è il suo contenuto. Fonte preziosa è Matteo Castiglioni che nel 1596 la pubblicò nel suo libro “De origine, rebus gestis ac privilegiis Gentis Castilioneae”. Chi volesse sfogliare il testo conservato presso la Biblioteca Civica di Varese, digitalizzato e online, potrebbe cimentarsi nella lettura della bolla (pp. 73-74 del file): https://www.bdl.servizirl.it/vufind/Record/BDL-OGGETTO-5437.

Poiché la bolla originale, a meno di sorprese, è perduta, il Museo della Collegiata si è posto sulle tracce della copia che a Roma viene sempre depositata nell’apposito registro: la cancelleria papale deve infatti conservare memoria precisa degli atti emanati.

Il contatto con l’Archivio Apostolico Vaticano, avviato nell’autunno 2020, ha sortito la risposta che la bolla si trovava in uno dei Registri Lateranensi di Martino V, purtroppo persi, probabilmente in seguito al trasferimento a Parigi dell’Archivio Vaticano durante il periodo napoleonico.

Per non lasciare nulla d’intentato, la dott.ssa Laura Marazzi, conservatrice del Museo della Collegiata, ha consultato l’Archivio Castiglioni, che il Comune di Castiglione Olona ben custodisce nello splendido scenario di Palazzo Branda Castiglioni.

Con il passaggio in zona gialla Il Museo della Collegiata ha riaperto al pubblico  mercoledì 3 febbraio.

Secondo le disposizioni vigenti, resterà aperto solo nei giorni feriali: da martedì a venerdì > 9.30 –12.30 / 14.30 – 17.30 (sabato, domenica e lunedì chiuso)

ULTIMO INGRESSO: mezz’ora prima della chiusura

ACCESSO: Il Complesso Museale ospita contemporaneamente max 25 persone (in Battistero max 5 persone e 10 minuti di permanenza). Non occorre la prenotazione. Eventuali attese vengono gestite dal personale del Museo in spazi all’aperto.

OBBLIGHI: non accedere con temperatura uguale o superiore a 37,5 °; indossare sempre la mascherina; rispettare la distanza interpersonale di almeno 1,5 metri.

 




A Varese riapre Villa Panza con proiezione documentario “Panza: remember that name”,

VARESE, 3 febbraio 2021-Al piano nobile di Villa Panza sarà finalmente visitabile la nuova stanza dedicata al grande collezionista che venti anni fa donò al FAI villa e collezione e nella quale viene proiettato il documentario Panza: remember that name, realizzato nel 2013 da Simone Pera e Alberto Saibene e integrato nel 2020 in occasione del decennale della morte di Giuseppe Panza di Biumo e del ventennale di apertura della villa al pubblico, con testimonianze e interviste inedite. Nella Scuderia Grande saranno inoltre esposti, dopo 15 anni di assenza, i monumentali Stable Paintings”, una grandiosa opera site specific, composta di cinque grandi tele monocrome, realizzata nel 1995 da Phil Sims (Richmond, California 1940) e indissolubilmente legata alle vaste ampiezze e alla monumentalità dell’ambiente della Scuderia Grande.

Gli altri Beni FAI della Provincia di Varese rispetteranno il consueto calendario annuale e riapriranno a partire da sabato 6 marzo, disposizioni governative permettendo.




A Milano riapre il museo Poldi-Pezzoli: possibile rivedere il Mantegna ritrovato

MILANO, 2 febbraio 2021-Con l’entrata della Lombardia in “zona gialla”, la casa museo di via Manzoni riapre le sue porte da giovedì 4 febbraio per accogliere nuovamente i visitatori a cui il Poldi Pezzoli e le sue collezioni appartengono, nel rispetto della salute del pubblico e del personale di custodia.

La riapertura vuole anche essere un test per valutare l’interesse e la disponibilità delle persone a tornare nei nostri musei e ritrovare un po’ di serenità tra le opere che custodiamo e studiamo, nel rispetto di questo momento ancora delicato e doloroso.
La possibilità di visita al Museo, come da DPCM, sarà limitata ai soli giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Oltre alle misure di sicurezza prese, si è scelto di chiudere il Museo durante l’intervallo.
Riapre al pubblico l’esposizione dedicata al restauro di uno dei capolavori del Poldi Pezzoli, la Madonna con il Bambino di Andrea Mantegna, inaugurata lo scorso 15 ottobre.
La mostra-dossier presenta l’opera raccontandone le diverse fasi dell’intervento conservativo – realizzato da Lucia Bresci, sotto la direzione di Cecilia Frosinini dell’Opificio delle Pietre Dure, in collaborazione con Andrea Di Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli – e le vicende collezionistiche.



Mostra ”Women-Art-Human Rights for Peace” al Museo Crocetti di Roma

ROMA, 2 febbraio 2021-Domani, 3 febbraio, dopo la lunga chiusura dovuta all’emergenza Covid-19 e nel rispetto delle norme sanitarie e delle misure di sicurezza, gli spazi espositivi del Museo Crocetti di Roma riaprono con ‘WOMAHR – Women_Art_Human Rights for Peace’, una mostra internazionale di arte contemporanea dedicata all’Agenda Donne, Pace e Sicurezza delle Nazioni Unite, con particolare attenzione agli aspetti relativi ai diritti umani.

L’apertura nella data del 3 febbraio rinnova la tradizione della Fondazione di celebrare la ricorrenza della morte di Venanzo Crocetti nella casa studio da lui realizzata e nella quale ha vissuto per circa mezzo secolo.

L’evento, trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook e Youtube del Museo, permetterà dunque di ricordare il maestro e di presentare la mostra con gli interventi di Carla Ortolani, presidente della Fondazione Crocetti, di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, curatori della mostra.

Kim Dingle ”One Baby on the Floor”

L’esposizione WOMAHR fa parte di un progetto realizzato dall’ARATRO, Museo laboratorio di arte contemporanea dell’Università del Molise, e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale- Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza nell’ambito del Terzo Piano Nazionale in attuazione dell’Agenda Donne Pace e Sicurezza e conclude un tour espositivo che ha già toccato il Palazzo GIL di Campobasso e Palazzo de’ Mayo a Chieti.

Il progetto nasce per mettere in risalto l’impegno dell’Italia nella protezione e nella promozione dei diritti umani delle donne, visti come fondamento della pace e della sicurezza internazionali, di uno sviluppo sostenibile e della creazione di una società stabile e inclusiva.

I linguaggi dell’arte contemporanea possono rappresentare infatti un importante strumento di approfondimento e di comunicazione delle questioni che interessano l’Agenda Donne, Pace e Sicurezza.

La mostra è composta quindi da presenze italiane e internazionali, con una particolare attenzione alla provenienza da aree geografiche in cui la questione dei diritti umani, specialmente delle donne, è particolarmente sensibile.

L’arte contemporanea può divenire così uno strumento capace di condividere una visione di dialogo a livello globale e uno strumento di educazione ai diritti umani capace di andare oltre i confini nazionali e linguistici per mettere in relazione e in dialogo popoli e culture differenti.

Le opere esposte sono pertanto dedicate in modo specifico ai diritti delle donne, per una società più inclusiva, per una lotta contro la violenza sulle donne, per una partecipazione delle donne ai processi di pace in linea con l’Agenda Donne, Pace, Sicurezza; alla lotta contro tutte le forme di discriminazione, contro l’intolleranza, il razzismo, la xenofobia e contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

La mostra comprende dunque:

Giovanni Albanese, Alì Assaf, Lucilla Catania, Marco Colazzo, Kim Dingle,

Thalassini Douma, Stefania Fabrizi, David Fagioli, Giosetta Fioroni, Paola Gandolfi, Debora Hirsch, Grazia La Padula, Giancarlo Limoni, Vincenzo Merola, Adriano Nardi, Massimo Orsi, Giorgio Ortona, Salvatore Pulvirenti, Roxy in the Box, Virginia Ryan, Sandro Sanna, Beatrice Scaccia, Sana Tamzini, Marco Verrelli

Artiste e artisti che utilizzano tutti i diversi strumenti espressivi della contemporaneità, dalla fotografia alla pittura, dal disegno all’installazione e alla scultura, fino al video e alle opere digitali.

In questa tessitura stratificata si intrecciano così presenze che provengono dagli Stati Uniti all’Australia, dal Brasile all’Iraq, fino alla Tunisia e, ovviamente, all’Italia, in una costruzione multipla in cui si collegano esperienze concettuali, pittura astratta e iconica, assemblaggi e reportage fotografici, interpretazioni contemporanee della storia dell’arte e visioni fantastiche, evocazioni liriche e riscoperte di personaggi storici.

Nel corso della mostra sarà presentato il catalogo edito da Gangemi Editore.

Si ringrazia Spedart Servizi per l’Arte, Roma.




A Varese riaprono le mostre: la prima al Castello di Masnago con ”Il salotto del collezionista”

VARESE, 30 gennaio 2021 – La chiusura della mostra “Nel salotto del collezionista: arte e mecenatismo tra Otto e Novecento”, prevista per il 31 gennaio prossimo, è slittata al 2 maggio 2021 e così dalla prossima settimana, ovvero da martedì 2 febbraio, con la collocazione della Lombardia in zona gialla, l’esposizione sarà finalmente riaperta ai visitatori (dal martedì al venerdì 9.30 – 12.30 e dalle 14 alle 18, nel rispetto delle indicazioni previste dalle disposizioni vigenti).

Tornano dunque visitabili le suggestive sale del Castello Masnago, Musei Civici di Varese che – dal 3 ottobre dello scorso anno – ospitano un percorso artistico di oltre 70 dipinti, sculture e oggetti d’arte decorativa, provenienti dalle raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, dei Musei Civici di Varese e di prestigiosi musei lombardi. (Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Museo Poldi Pezzoli di Milano, Casa Museo Lodovico Pogliaghi al Sacro Monte di Varese, Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri di Gallarate).

La rassegna è promossa dalla Fondazione Cariplo, dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto e dal Comune di Varese ed è la decima e ultima tappa dell’iniziativa Open, tour di eventi espositivi che ha portato il patrimonio artistico dell’ente milanese in tutta la Lombardia, nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.

La mostra, inizialmente prevista per la primavera del 2020, era stata poi riprogrammata in autunno e aveva aperto i battenti il 3 ottobre per essere poi chiusa a inizio novembre a causa delle restrizioni dettate dalla prevenzione del Covid.  In un mese erano stati circa un migliaio i visitatori che avevano potuto godere della visita all’esposizione: con il lockdown gli organizzatori hanno mantenuto alta l’attenzione grazie alla produzione di otto video storie – con appuntamento domenicali sui canali social – dedicate alle opere e alle famiglie di mecenati e filantropi; tre sono stati invece gli appuntamenti di approfondimento (virtualtalking), anch’essi dedicati ai temi del mecenatismo, del collezionismo e dell’arte organizzati in collaborazione con l’Università dell’Insubria e con il Museo MA*GA di Gallarate e un quarto appuntamento – in collaborazione con il FAI – è in programma per le prossime settimane.

SEDE

Castello di Masnago, Musei Civici di Varese

Via Monguelfo (Ingresso Parco)

QUANDO

Dal 3 ottobre 2020 al 02 maggio 2021

INFORMAZIONI

Castello di Masnago

Tel.: 0332.820409

 

Fondazione Comunitaria del Varesotto

Tel.: 0332 287721

Mail: mostra@fondazionevaresotto.it




”I Dormienti” di Mimmo Palladino in mostra alla Card Gallery di Milano

MILANO 21 gennaio 2021 –La Card Gallery di Milano (Corso di Porta Nuova 38) a partire dal 22 febbraio fino al 30 aprile 2021, presenta la  mostra intitoata ”I Dormienti” (The Sleepers), opere di Mimmo Palladino.

Imperturbabili uomini eterni realizzati in terracotta accostando frammenti provenienti dalla stessa matrice ma combinati diversamente, ognuno con il colore unico dell’argilla utilizzata: I Dormienti di Mimmo Paladino nascono alla fine degli anni Novanta, quando l’artista li espone per la prima volta a Poggibonsi (1998) nell’ambito della mostra Arte all’Arte. Nel 2000 si decide di fonderli in bronzo per l’installazione permanente della Fonte delle Fate sempre a Poggibonsi. Altri Dormienti e Coccodrilli in terracotta sono stati realizzati per la grande mostra negli spazi sotterranei della Roundhouse di Londra (1999), in dialogo con un impianto sonoro appositamente ideato dal musicista, compositore e produttore britannico Brian Eno.

A vent’anni di distanza, l’artista ne cura personalmente un nuovo allestimento inedito, un unicum irripetibile pensato per la prima esposizione a Milano, negli spazi di Cardi Gallery dal 22 febbraio al 30 aprile 2021.

Desideriamo inaugurare questo nuovo anno con una mostra importante e ambiziosa – spiega Nicolò Cardi – In un momento particolare come quello di oggi continuiamo a produrre concretamente contenuti di altissima qualità, così da stimolare una nuova progettualità per il sistema dell’arte e dare un segno di fiducia al mondo della cultura.

Nella penombra del grande open space della galleria milanese, l’artista dispone 32 sculture secondo una nuova costruzione concettuale, rimodulando il tono dell’installazione con solennità. Le composizioni musicali di Brian Eno anche questa volta liberano I Dormienti dalla pesantezza del sonno o dall’evanescenza del sogno, restituendo loro un soffio vitale e una serena concretezza.

“Ricorre in Paladino l’idea di assemblare delle forme come se fossero moduli – dichiara Demetrio Paparoni, autore del volume che accompagna la mostra. “Non va dimenticato che l’artista ha in più occasioni manifestato l’attitudine a realizzare opere concepite come un insieme di frammenti archiviati nel suo immaginario visivo. È questa attitudine che lo ha portato a realizzare dei lavori insieme a Sol Le Witt, Alighiero Boetti e non ultimo Brian Eno, artisti che hanno sempre lavorato con un concetto di modulo e di ripetizione differente“.

I corpi de I Dormienti – in cui molti hanno visto un’ispirazione ai resti degli abitanti di Pompei e Ercolano, ma che in realtà fanno riferimento ai disegni di Henry Moore dei ricoveri di guerra inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale – sono accompagnati al primo piano dello spazio dalla grande opera inedita Sunday Mornin’ Comin’ Down composta da 100 disegni realizzati nel corso del 2020. Anche quest’opera, così come I Dormienti, è emblematica del modo in cui l’artista concepisce il lavoro, un puzzle nel quale i frammenti convergono in un unicum monumentale, una “finestra panoramica” sulle immagini che popolano il mondo dell’artista alla ricerca di un equilibrio naturale tra intimismo e memoria collettiva.

In occasione della mostra sarà pubblicato un libro con testo introduttivo di Demetrio Paparoni.




WopaArt Virtual Fair: grande successo la fiera internazione di Lugano dedicata a opere d’arte su carta

LUGANO, 19 gennaio 2021-Un grande successo di pubblico, vendite e trattative ha caratterizzato la V edizione 2020 di WopArt, la Fiera internazionale di Lugano dedicata prevalentemente alle opere d’arte su carta che si è tenuta in “Virtual Fair”, a causa delle restrizioni imposte dalle norme di contenimento anti Covid-19.

Quella di trasferirsi sulle piattaforme digitali è stata una decisione che gli organizzatori hanno preso sia per rispondere al successo che la fiera ha continuato a ottenere lungo i suoi cinque anni di vita, sia per consentire a un pubblico più allargato di accedere agli stand virtuali delle migliori gallerie italiane e internazionali nel periodo di lockdown forzato cui sono stati costretti.

I numeri non mentono. Sono loro a decretare la riuscita dell’iniziativa espositiva virtuale proposta da WopArt, dal 26 novembre 2020 al 10 gennaio 2021, e raccontano di 44.735 visite al sito www.wopart.ch e di 6.474 visualizzazioni delle pagine dei 40 espositori internazionali, con oltre 400 opere presentate.

Le opere più vendute e ricercate sono state complessivamente quelle offerte con un range di prezzi tra 20.000 e 80.000 Chf. di autori moderni e contemporanei storicizzati. Al secondo posto i lavori di talenti contemporanei emergenti che hanno attirato l’attenzione su un segmento di valori tra 10.000 e 50.000 Chf. L’interesse per alcuni lavori di grandi maestri offerti a cifre considerevoli (tra 100 e 500 mila Chf.) si è orientato nel contattare i galleristi per fissare appuntamenti fisici post-fiera al fine di esaminare dal vivo l’opera. I collezionisti sono arrivati sulla piattaforma online da 11 Paesi del mondo (Cina, Colombia, Egitto, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera).

Anche quest’anno, oltre agli stand, WopArt presentava una serie di mostre collaterali.
Prima fra tutte quella dedicata ai capolavori su carta provenienti dalla collezione internazionale di BNP Paribas, Main Sponsor della manifestazione. BNP Paribas in un momento critico come l’anno appena vissuto ha voluto incrementare l’apporto di sponsorizzazione alla Fiera dimostrando di credere al progetto WopArt con la volontà di affiancarlo anche nei possibili sviluppi futuri.

Molto apprezzati anche le Virtual Room di Eberhard orologi, allestita insieme al prestigioso showroom retail luganese, Mersmann e di Swiss Logistic Center un’azienda con un’ampia gamma di servizi di custodia, trasporto e valorizzazione delle opere d’arte rivolti ai collezionisti internazionali. Infine la personale di Michele Ciacciofera (Nuoro, 1969) che proponeva una serie di sue opere in una Virtual Room con la curatela dello storico dell’arte e critico parigino Ami Barak.
Queste iniziative hanno ottenuto un ottimo riscontro di pubblico con una media di oltre 1600 visite di utenti ciascuno che entravano direttamente nelle sale espositive virtuali o tramite la pagina The Show e vi restavano a visitarlo mediamente per oltre 1’ e 30”.

“Non immaginavamo un successo simile – afferma Paolo Manazza, direttore di WopArt – per una Virtual Fair che, a dire il vero, abbiamo dovuto inventarci all’ultimo momento nel giro di un mese. Dobbiamo ringraziare lo staff Digital di We Web Company, la società italiana che edita il quotidiano d’arte ArtsLife, che ha compiuto un vero miracolo nei tempi e nella qualità dell’esposizione virtuale. Certo le vendite online in opere d’arte non potranno mai eguagliare quelle realizzate in presenza, ma dai risultati finali ottenuti è evidente che anche sul fronte delle vendite online qualcosa di importante si sta muovendo anche nel settore dell’arte”.
“Per la VI edizione di WopArt – prosegue Paolo Manazza -, in programma a fine settembre 2021, contiamo di affiancare a un’edizione in presenza anche una versione Virtual. Vorremmo cioè creare un nuovo modello di Fiera ibrida dove il fisico e il virtuale possano intrecciarsi e potenziarsi reciprocamente. Inoltre stiamo lavorando per cercare una Responsabile dello sviluppo internazionale collezionisti che gestisca e sviluppi il patrimonio -delle registrazioni, vendite e trattative- acquisito con la Virtual Fair. Abbiamo anche in mente di potenziare il Comitato Scientifico della Fiera e il settore commerciale, coordinato da Irene Giardini. Una cosa è certa, il segmento delle opere su carta continua a implementare la sua attrattiva nei confronti di un pubblico orizzontale di collezionisti, dai neofiti a quello coltissimi. WopArt è il più importante appuntamento al mondo dedicato ai Works on Paper. E Lugano, con la bellezza del suo paesaggio, accompagna la nostra avventura”.

“Tirando le somme alla conclusione di questa V edizione di WopArt – dichiara Irene Giardini, responsabile dei rapporti con le Gallerie – realizzata esclusivamente in realtà virtuale, possiamo ritenerci soddisfatti e piacevolmente sorpresi dai risultati. Trattandosi della prima esperienza, non solo per noi organizzatori ma anche per i galleristi e i loro collezionisti, sapevamo di essere alla prova. Tuttavia l’adesione di importanti gallerie ha permesso a WopArt di inserirsi in un circuito dal respiro internazionale, registrando diverse vendite, importanti trattative e un sorprendente numero di visitatori”.




La Collegiata di Castiglione Olona compie 600 anni

CASTIGLIONE OLONA, 7 gennaio 2021-La Collegiata di Castiglione Olona compie 600 anni. Ben portati dobbiamo dire.

La storia della Collegiata iniziò il 7 gennaio 1422, quando papa Martino V, con apposita bolla, concesse al cardinale Branda Castiglioni di avviare la costruzione della chiesa che, da seicento anni, veglia sullo storico borgo di Castiglione Olona.

La Collegiata, dedicata alla beata Vergine del Rosario e ai SS. Stefano e Lorenzo, fu consacrata poco più di tre anni dopo, il 25 marzo 1425.

La progettazione e la direzione dei lavori furono affidate ai fratelli Pietro, Alberto e Giovanni Solari, architetti e lapicidi di un’importante famiglia che, a partire dal padre Marco da Carona, ebbe un ruolo di rilievo per circa un secolo nei maggiori cantieri del Ducato di Milano, dal Duomo alla Certosa di Pavia.

I Solari in Collegiata utilizzarono in modo armonioso ed equilibrato schemi compositivi della tradizione trecentesca lombarda.

La facciata a capanna è nobilitata dall’ampio rosone con forme nitide di chiara pietra e dal portale con la lunetta scolpita in cui, tra santi, compare il cardinale Branda a ricevere la benedizione del Bambino in braccio alla Vergine.

Entrando in Collegiata, ci si trova immersi in una “luce gioiosa”: queste le parole usate nel 1432 da Francesco Pizolpasso, vescovo di Pavia e in seguito arcivescovo di Milano, che allora fu ospite del Branda. Una luce chiara e uniforme percorre le tre navate e si accende di colore nelle absidi.

Nell’abside centrale l’occhio si muove tra gli affreschi che rivestono la volta, le pareti, ma anche l’altare, lo spessore delle finestre e gli angoli più nascosti, opera di maestri toscani quali Masolino, Paolo Schiavo, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. Nelle navate laterali si posa su polittici e sculture in pietra policroma, attribuite a maestri lombardi, originari di Carona presso Lugano.

A loro è assegnato anche il sepolcro del Cardinale, con le Virtù che reggono l’arca scolpita con angeli,santi e la figura del Branda giacente: l’illustre prelato visse fino al 1443, vedendo il compimento di gran parte del suo progetto ideale che, da sei secoli, è visibile a tutti nei mattoni, nelle pietre, nei colori di Castiglione Olona.

Accanto all’abside meridionale della Collegiata si sviluppa la Canonica, nata quale sede per il collegio dei canonici, che segue il probabile tracciato dell’antica rocca; dal 2013 ospita tre sale museali con le opere più importanti del Tesoro della Collegiata.

Nell’attiguo Battistero si apre lo scrigno d’arte più noto di Castiglione Olona: il ciclo di san Giovanni Battista, riconosciuto capolavoro di Masolino da Panicale.

Da maggio 2020 è in corso il progetto COLLEGIATA TERRA CIELO, promosso dalla Parrocchia Beata Vergine del Rosario con il contributo di Fondazione Cariplo: un piano biennale (2020-2021) che, grazie a un team multidisciplinare di professionisti, ha l’obiettivo di porre le basi per un’efficace strategia di manutenzione programmata dell’intero Complesso, partendo da significativi approfondimenti diagnostici, e di promuovere gli  interventi prioritari per la tutela del patrimonio, stabiliti su base scientifica.