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I Comitati per il NO referendario a Varese pronti a dare battaglia: “In ballo c’é la salvaguardia della democrazia rappresentativa”

VARESE, 15 febbraio 2020- di GIANNI BERALDO-

«Non è concepibile pensare che alcuni deputati possano decidere per tutti i cittadini, su di una riforma costituzionale fondamentale per il Paese». Così Luigino Portalupi tra i referenti provinciali del Comitato per il NO, durante la presentazione della campagna referendaria svoltasi questa mattina nella sede dell’associazione varesina ”Un’altra storia’,’ che vede presidente Giuseppe Musolino anch’egli presente come rappresentante del comitato, insieme a Tacchi Enrico Maria, sociologo di Busto Arsizio referente dei comitati Noi No, presentati qualche giorno fa in sala stampa del Senato.

Un referendum che rischia di passare in sordina ma che in realtà potrebbe cambiare lo scenario politico in maniera indelebile, stravolgendo di fatto gli equilibri della Camera e del Senato con riduzione numero di parlamentari fin dalle prossime elezioni politiche.

Nel caso vincesse il SI’ le conseguenze più evidenti di questa riforma sarebbero quella delle minore rappresentatività territoriale, con aree e città piccole e medie che a quel punto non avrebbero più un proprio rappresentante politico di riferimento. Insomma non esisterebbe più una emanazione diretta delle istanze relative ai piccoli e medi territori, i quali verrebbero inglobati nelle decisioni politiche utili per le grandi città o aree metropolitane, subendone passivamente le logiche politiche e amministrative.

Questo referendum (il quarto nella storia dell’Italia repubblicana) per il quale si voterà il prossimo 29 marzo, servirà per approvare (SÍ) o respingere (NO) la legge di revisione costituzionale, in particolare gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Una questione spinosa la quale andrebbe discussa con calma e con i tempi necessari, per la quale invece si è deciso di indire un referendum in tempi brevissimi.

Riforma di legge che in prima istanza si era tentato di far passare senza indire referendum, ma non avendo infatti incassato i due terzi anche al Senato, come prescritto dall’articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente promulgato proprio per dare la possibilità di richiedere, appunto, un referendum confermativo entro i successivi tre mesi da parte di un quinto dei membri di uno dei due rami del Parlamento, di cinquecentomila elettori o di cinque consigli regionali.

Così 71 senatori hanno deciso di depositare il 10 gennaio scorso, la richiesta di referendum alla Corte Suprema di Cassazione.

«Tra le altre cose il numero ridotto dei deputati-aggiunge Portalupi-produrrá un quorum per le elezioni future molto alto, escludendo di fatto dal parlamento qualunque formazione politica che non avrà il 5 o il 10 per cento di rappresentanza nazionale. Questo darà vita una situazione politica sia extraparlamentare che parlamentare, conflitto già vissuto in passato con risultati drammatici».

Tacchi Enrico Maria

Il politico samaratese rimarca come altre situazioni pericolose potranno prendere forma. Come il fatto che, a detta di alcuni leader di partito, vi potrebbero essere parlamentari scelti per sorteggio, vincolo di mandato e altro ancora «ridurre dei parlamentari alla stregua di burattini in mano a un capo politico evidentemente questo è un elemento che deve fare riflettere tutti», chiosa Portalupi.

Come sempre molto attivo Giuseppe Musolino, soprattutto su temi cari alla democrazia e il rischio che vengano ”inquinati’‘ da una cattiva espressione della politica «Il comitato per il No nella sua generalità, chiede e auspica adesioni di associazioni come la nostra appunto, ma anche di altri gruppi e associazioni: da quelle politiche a quelle sindacali, ma soprattutto puntiamo molto sulle adesioni individuali».

Il sociologo Tacchi solitamente non si occupa di politica attiva ma quando si tratta di mettere in pericolo la democrazia certamente non si tira indietro, mettendosi al servizio della causa partecipando alla campagna referendaria con un comitato vicino a un’espressione politica d’area cattolica del centrodestra.

Tacchi sottolinea cosa realmente comporti a livello economico un eventuale taglio dei parlamentari «Bisogna comprendere che il prezzo della democrazia è molto elevato, non è certamente quello di un caffè al mese. Il risparmio che è alla base di questo taglio semplicemente numerico non ha nessun senso perché si perde la rappresentatività dei territori».

I vari comitati per il NO avranno poco più di un mese di tempo (data ultima 27 marzo, giorno di chiusura campagna) per convincere i cittadini.  Per farlo oltre ai tradizionali mezzi di comunicazione diretta come incontri pubblici e gazebo, nei prossimi giorni saranno presenti pure su tutte le piattaforme social segnalando inoltre i vari contatti per potere partecipare direttamente alle numerose iniziative.

Da segnalare che anche il movimento delle Sardine pare abbia deciso di prendere una netta posizione a favore del NO referendario, aiuto non da poco se dovessero ripetersi con le piazze stracolme di persone pronte ad accogliere i loro messaggi di riforme democratiche.

direttore@varese7press.it

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